giovedì 15 ottobre 2009

Soffre la fame un miliardo e 200 milioni di persone

Soffre la fame un miliardo e 200 milioni di persone

ROMA - Oggi, nel mondo, fanno la fame un miliardo e 200 milioni di persone. E' quanto si ricava dal rapporto pubblicato oggi dalla Fao (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione) e dal Pam (il Programma alimentare mondiale). Il documento denuncia la forte recrudescenza della fame, causata dalla crisi economica mondiale, dramma che ha interessato principalmente le popolazioni povere dei paesi in via di sviluppo, evidenziando la fragilita' del sistema alimentare mondiale e la necessita' di una sua urgente riforma.Secondo il rapporto annuale, "The state of food insecurity", prodotto quest'anno in collaborazione con il Pam, la quasi totalita' di queste persone vive nei paesi in via di sviluppo. In Asia e nel Pacifico si stima siano 642 milioni; nell'Africa sub-sahariana 265 milioni; in America Latina e Caraibi 53 milioni; nel Vicino Oriente e Nord Africa 42 milioni; e nei paesi sviluppati 15 milioni. Il rapporto e' stato pubblicato in concomitanza con la Giornata mondiale dell'alimentazione che si celebra il 16 ottobre 2009. Nel corso dell'ultimo decennio - anche prima dell'attuale crisi - il numero delle persone sottonutrite era aumentato, in modo lento ma costante. Notevoli passi avanti erano stati fatti negli anni '80 e agli inizi degli anni '90, in larga misura grazie all'incremento degli investimenti in agricoltura seguiti alla crisi alimentare mondiale dei primi anni '70. Ma tra il 1995-97 e il 2004-06, con il calo sostanziale degli aiuti pubblici allo sviluppo (Oda) destinati all'agricoltura, il numero dei sottonutriti e' aumentato in tutte le regioni, tranne in America Latina e Caraibi. Ma non per molto, perche' adesso anche in questa regione crisi economica ed alimentaria hanno cancellato i progressi fatti.L'aumento del numero delle persone che soffrono la fame sia durante periodi di prezzi bassi e di prosperita' economica sia in periodi di prezzi alti e di recessione economica mostra, secondo la Fao, l'estrema debolezza del sistema mondiale di governance della sicurezza alimentare. "I leader mondiali hanno reagito con determinazione alla crisi economica e finanziaria e sono stati in grado di mobilitare miliardi di dollari in un lasso di tempo molto breve. La stessa azione decisa e' adesso necessaria per combattere fame e poverta'", ha affermato il direttore generale della Fao, Jacques Diouf. "L'aumento del numero delle persone che soffrono la fame e' intollerabile- ha aggiunto-. Abbiamo i mezzi tecnici ed economici per far scomparire la fame dal pianeta, quello che manca e' una piu' forte volonta' politica per sradicarla per sempre. È essenziale investire nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, non solo per sconfiggere fame e poverta', ma anche per assicurare una generalizzata crescita economica, e dunque pace e stabilita' nel mondo"."Siamo lieti che vi sia un rinnovato impegno nei confronti della sicurezza alimentare, ma dobbiamo intervenire in fretta. È inaccettabile che nel XXI secolo circa un sesto della popolazione mondiale soffra la fame", ha dichiarato Josette Sheeran, direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale dell'Onu. "Nel momento in cui il numero delle persone che soffrono la fame ha raggiunto un picco storico, vi e' il piu' basso livello di aiuti alimentari mai registrato. Sappiamo quello che occorre per coprire le necessita' urgenti: quello che serve sono le risorse e l'impegno internazionale per farlo".(Dires - Redattore Sociale)


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Dal sito diregiovani.it
s.j.

lunedì 5 ottobre 2009

Tema: La Scuola Media di Domodossola.

Svolgimento:

Dopo la mancata riorganizzazione delle sedi scolastiche domesi nel 2008 a seguito delle proteste elevate da più parti e del ripensamento del Sindaco di Domodossola, era stato aperto un Tavolo di lavoro sul problema della Scuola Media della città (ex Giovanni XXIII° ed ex G.Ungaretti, tuttora ancora senza nome).
Il Tavolo era stato promosso dall’Amm.ne del Comune ed era guidato dall’allora Assessore Folino (poi sostituito dal nuovo Assessore Albini).
Il Tavolo si è riunito 3 volte nel 2008 e una volta nel 2009; si era iniziato un confronto tra Comune, Forze politiche, Scuola, Dirigente, Docenti e Genitori. Nel corso degli incontri cominciavano a delinearsi alcune idee, ipotesi e soluzioni per il futuro della Scuola Media.

Dopo di che il tavolo non è più stato convocato (perché?) e oggi, dopo il clamore di un anno fa, non si parla quasi più delle prospettive. Gli insegnanti protestano e richiamano l’attenzione dipingendo da soli alcune pareti, i tecnici comunali tengono sotto controllo alcune crepe nei muri della scuola; piove e dentro le ex “Giovanni” l’acqua cola dai soffitti. Insomma le sedi della scuola Media domese avrebbero assoluta e urgente necessità di interventi. Come se non bastasse è di pochi giorni fa la notizia che la sede ex Ungaretti è risultata una delle Scuole più inadeguate e mal messe del Paese (indagine dell’Associazione Cittadinanzattiva).

In realtà, da tempo, la Dirigenza e i docenti delle Medie chiedono anche un’altra cosa e cioè che la sede della Scuola sia unificata per far fronte alle necessità organizzative e didattiche che oggi risultano problematiche da gestire sui due plessi; oltretutto la riduzione del personale ATA (i bidelli) a seguito della “controriforma” Gelmini sta portando ulteriori difficoltà.


Come Sinistra Unita riteniamo indispensabile chiedere che si riapra un confronto pubblico su un tale problema che la Città di Domodossola ha e non affronta; crediamo necessario e urgente riattivare il Tavolo di confronto con la partecipazione di tutte le parti interessate e con un mandato chiaro a chi dovrà gestirlo. Chiediamo di conoscere quali intendimenti vuole portare avanti l’Amm.ne comunale; stanzierà nel prossimo Bilancio, come promesso un anno fa, 1 milione di Euro per interventi di ristrutturazione delle due attuali sedi o invece pensa di avviare un progetto per una nuova Scuola Media e, se così fosse, dove?, con che tipo di finanziamenti ?, in che tempi ? Noi e gli operatori scolastici insieme alle famiglie e ai ragazzi siamo disponibili al confronto e a portare contributi di idee e proposte; chi amministra però batta un colpo.

Non possiamo infine non fare alcune considerazioni che si ricollegano direttamente alla situazione critica di cui stiamo parlando; in questi giorni sono iniziati i lavori del cantiere per il progetto “Borgo della cultura”, un progetto di riqualificazione cittadina che comporta investimenti massicci pubblici e privati (Fondazioni). Se l’idea e la riqualificazione appaiono condivisibili e di qualità è altrettanto evidente che, forse, in città oggi abbiamo delle situazioni di emergenza e di necessità di riqualifica più impellenti e le Scuole Medie sono una di queste. E allora ci domandiamo:” va bene avere il salotto cittadino bello e nuovo…ma le altre stanze, la cucina, lo studio…che facciamo, le lasciamo andare in malora?!”.
Altro esempio; non si può ipotizzare un progetto di 881.000,00 Euro (sono, ricordiamolo, qualcosa come più di un miliardo e mezzo delle vecchie Lire) per celebrare i 100 anni della trasvolata delle Alpi ad opera di Geo Chavez. Per realizzare opere emblematiche, organizzare mostre, cataloghi, spettacoli ed altro ancora. Non si può nemmeno pensarla una cosa del genere, secondo noi, una spesa simile, in un momento sociale ed economico come quello attuale. E lo abbiamo già detto e scritto al Sig. Sindaco (che solo in parte sembra aver recepito la critica) ma staremo a vedere le decisioni che verranno prese, quanto denaro verrà speso per un evento comunque di importanza relativa di fronte a ben altre priorità.
Sinistra Unita propone allora, ad esempio, che l’opera emblematica con cui celebrare anche, se si desidera, la trasvolata divenga la Scuola Media della Città e che si vuole la si intitoli allo Chavez. Che i soldi vadano lì e siano nostri, pubblici, e siano anche frutto di progetti da presentare alle Fondazioni bancarie. Sennò non capiremo. E pensiamo non capiscano neppure i cittadini domesi. E speriamo che tutti tengano gli occhi ben aperti.

Gruppo consilare Sinistra Unita
PRC
PdCI
Verdi
Sinistra e Libertà

G.Lotto

giovedì 1 ottobre 2009

Nucleare: Il Piemonte dice no!

Giusto l'altro ieri (30 settembre 2009) il Consiglio Regionale del Piemonte a votato ieri un ordine del giorno – proposto dal Gruppo di Rifondazione – di netta contrarietà al nucleare e di totale indisponibilità del Piemonte ad ospitare eventuali nuove centrali nucleari.

Il testo dell'O.d.G. impegna la Regione a dichiarare l’indisponibilità del territorio regionale alle procedure di individuazione di siti idonei all’attivazione di centrali nucleari, ad accelerare l’attuazione del Piano ambientale energetico regionale, a potenziare ulteriormente il ricorso alle fonti di energia rinnovabili, a promuovere il risparmio energetico e a scongiurare preventivamente l’utilizzo dell’area di Leri nel Comune di Trino (VC) per future centrali nucleari, o per futuri impianti o depositi nucleari, provvedendo ad acquisirne la proprietà e vincolandola ad esclusivo uso agricolo di salvaguardia ambientale.

s.j.

NUCLEARE: REGIONI IN RIVOLTA

Buone notizie dal fronte anti-nucleare! A seguito dell’appello rivolto l’11 settembre da Greenpeace, Legambiente e WWF ai Governatori e a tutti gli assessori competenti, Calabria, Toscana, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Umbria, Puglia, Campania e Basilicata hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale la Legge 99/2009. Con questa legge, infatti, il Governo cerca di imporre la localizzazione delle centrali, schiacciando le competenze delle Regioni e ignorando le scelte dei cittadini.

Contro la delega nucleare al Governo si è scatenato un vero e proprio “effetto domino”. Una dopo l’altra le Regioni hanno alzato la voce. È quello che volevamo. Una valanga che ha travolto anche le cosiddette “regioni amiche”: nei Consigli Regionali di Sardegna, Veneto e Sicilia, governate dal centrodestra, si vede come la scelta nucleare ha messo in difficoltà la stessa maggioranza.

Maggiori informazioni sul sito di Greenpeace.it

s.j.