Durante l’ultima seduta del consiglio comunale domese (mi spiace che nessun giornalista presente abbia riportato la notizia), sollecitati dall’ordine del giorno del PD sulla questione della privatizzazione della gestione dell’acqua, alcuni esponenti della maggioranza hanno dichiarato di condividere il fatto che l’accesso all’acqua potabile debba essere un diritto di tutti, ecc. ecc. Passando dal livello dei principi a quello delle pratiche, però, sono cominciati i DISTINGUO: “La gestione pubblica non deve essere un dogma”, “non è vero che la gestione pubblica è la migliore scelta”, hanno affermato alcuni (Marinello, Pizzi, Glionna, ecc.).
Alla fine, però, l’ordine del giorno è passato, con l’ASTENSIONE di tutta la maggioranza, motivata dal fatto che l’ordine del giorno rivendicava la gestione pubblica per tutto il VCO, mentre la maggioranza voleva limitarsi… alla sola Ossola (leggi il territorio di possibile futura competenza di Idrablu)!
Capisco la difficoltà da parte degli esponenti della maggioranza di essere iscritti a partiti (PDL e Lega Nord) che in Parlamento hanno dovuto eseguire gli ordini della LOBBY DEI PRIVATIZZATORI, peraltro senza neanche avere la possibilità di porre dei correttivi, visto che il governo ha imposto il voto di fiducia. Tenere il piede in due scarpe è sempre difficile…
Sulla legge appena approvata E’ DOVEROSO precisare che essa OBBLIGA le società a vendere, in parte o in toto, le proprie azioni ai privati.
E’ FALSO far credere che gli enti locali abbiano ancora la possibilità di SCEGLIERE il tipo di gestione che si vuole. NON ESISTE PIU’ ALCUNA FACOLTA’ DI SCELTA!
Dove sono tutti quelli che un giorno si e l’altro pure parlano di “principio di sussidiarietà”, di “federalismo”, di “autonomia degli enti locali”?
Che magra consolazione sarebbe quella di poter aggirare l’ostacolo ricorrendo a un meccanismo di deroga, peraltro limitato alla sola Ossola, dimenticandosi di tutti gli altri territori…
Chi parla di DOGMA, perché non dice che dalla parte dei privatizzatori si afferma il DOGMA DEL MERCATO?
Sono anni che si continua a privatizzare, smantellando pezzi di “cose pubbliche”, faticosamente costruite dai nostri padri nei decenni scorsi, col risultato di essere giunti a un sistema di PROFITTI PRIVATI GARANTITI PER LEGGE (vedi autostrade, energia elettrica, telecomunicazioni e anche, ahimè, i servizi idrici già privatizzati in alcune parti d’Italia). Il miglioramento dei servizi e la diminuzione dei costi si sono rivelati un MIRAGGIO, utile solo a infinocchiare noi cittadini!
Basta con l’accampare l’alibi di alcune cattive gestioni pubbliche. Vogliamo parlare dei tanti casi di gestione privata disastrosa? E dei sempre più numerosi casi di RITORNO AL PUBBLICO (es. Parigi, Grenoble, Monaco, ecc.)?
Sono il primo a concordare sui tanti problemi e criticità delle gestioni pubbliche e proprio per questo faccio di tutto perché le cose cambino, facendo leva sulle responsabilità dei dirigenti pubblici e chiedendo l’applicazione delle leggi vigenti.
C’è chi, invece, come Marinello, affermano che la scelta del privato è necessaria laddove le gestioni pubbliche sono disastrose (fatta - ovviamente - salva Idrablu!). Ma se dovessimo seguire questa logica, oggi dovremmo mettere sul mercato diversi settori: l’istruzione, la sanità, la difesa, ecc. In realtà qualcuno ci sta provando da tempo, senza esserci riuscito… per il momento!
Mostrateci il vostro coraggio e la vostra autonomia di pensiero: siate pronti ad andare fino in fondo contro la privatizzazione della gestione dell’acqua o, per lo meno, di volere VERAMENTE garantire a tutti gli enti locali la LIBERTA’ DI SCEGLIERE la migliore forma di gestione del servizio idrico!
Opponetevi all’applicazione delle misure del cosiddetto “decreto Ronchi”, come fanno molti dei vostri colleghi in altre parti d’Italia, aderendo alla campagna “Salva l’acqua” promossa dal Forum dei Movimenti per l’Acqua (www.acquabenecomune.org).
Massimo di Bari
(Sinistra Ecologia e Libertà)