venerdì 31 luglio 2009
mercoledì 29 luglio 2009
...per mettere le mani avanti circa un'ennesima idiozia di Stato
Gentile signor Bossi.
Le scrivo per dirle questo: benché settentrionale (al nord sono nato e cresciuto, ho studiato, lavoro) io non sono padano. Vivo ad Aosta, che fra l’altro è più "su" di casa sua, e mi trovo bene con i miei concittadini, tanto i valdostani autoctoni, quelli col cognome francese, quanto i veneti, i calabresi e oggi anche gli stranieri, figli e i nipoti – tutti quanti – di diverse migrazioni.
Come settentrionale, sono stato abituato a credere in alcuni valori che sono di tutti, ma che i nordici hanno ascritto a sé (quasi ne avessimo l'esclusiva): l'efficienza, l'industriosità, l’educazione, l'onestà… Mio nonno, in proposito, era solito definire Milano la «capitale morale» del Paese (poi, però, c’è stata Tangentopoli).
Spesso, devo dire, i valori cui ho fatto riferimento qui sopra sono smentiti proprio dai settentrionali, perché non è vero che quassù le cose funzionano bene: abbiamo, anche noi, una rete ferroviaria disastrosa; anche nelle nostre regioni si stanno sistemando le mafie, con la complicità di chi dovrebbe vedere e invece chiude gli occhi; abbiamo una valanga di precari senza prospettive e tanta, troppa gente maleducata e pronta ad arraffare.
Sono i guasti, io credo, di una cattiva gestione di tutto il Paese, che - dopo anni di presenza in Parlamento e al governo - vede la Lega seduta sul banco degli imputati accanto alle altre forze politiche, molte delle quali - del resto - guidate da uomini del nord.
Signor Bossi, il vento che soffia da nord è freddo. Nel senso di calcolatore, meschino. Un vento di padano egoismo, nato per affermare il diritto del ricco, del benestante, all'isolamento, all'arrocco sul proprio cucuzzolo montano, sul proprio crinale o campanile cinto di mura.
Quando ancora si chiamava lombarda, la Lega fece questo bel ragionamento: «Se noi siamo ricchi, perché non ci liberiamo degli altri?»; e così fu sacrificata la metà (e più) del Paese.
Ma pensa davvero che non avrà alcuna conseguenza l’odio per i meridionali e per gli stranieri che i suoi uomini alimentano in tutte le occasioni, dall’alto di un palco o attraverso un video pubblicato su YouTube? Oppure l'odio, simmetrico e inverso al precedente, che i cittadini del sud o dei migranti potrebbero riversare sulle donne e gli uomini del nord?
Io sono stufo di vedere pagliacci in camicia verde pronti a proclamarsi artefici della «rivoluzione» (termine utilizzato dall’ineffabile Gentilini); naturalmente una rivoluzione “contro”, fatta per innalzare recinti e mettere di qua i “buoni”, di là i “cattivi”.
Non sopporto la repressione continua dei diritti e delle libertà, sia che si tratti dell’asilo negato ai migranti degli altri Paesi, sia che si tratti del mancato rispetto di un sistema di graduatorie nazionale che regola la libera circolazione dei funzionari delle pubbliche amministrazioni, della scuola.
Non ne posso più di sentire slogan come «prima i veneti», «prima i lombardi», oppure «esame di dialetto» (lo sa quanti “padani” doc sarebbero bocciati a questo accidenti di esame?).
Non ne posso più di gente che propone di sostituire a scuola Dante e Boccaccio con qualche scrittorucolo locale, soltanto in base al “diritto di residenza”.
Non ne posso più di padani razzisti e maleducati che pretendono scompartimenti separati in metropolitana, in base al criterio della residenza, o dicono che i napoletani «puzzano», salvo poi vantarsi di aver risolto l’emergenza rifiuti mettendo la monnezza sotto il tappeto (dei napoletani).
Ha detto Gentilini (ancora lui!) che il nord non deve accollarsi i rifiuti del sud. Ma se avviene esattamente il contrario, con le campagne meridionali che ricevono – nella noncuranza dell’esecutivo che lei rappresenta – i nostri rifiuti, per di più quelli tossici, che poi finiranno sulle nostre tavole sotto forma di verdura o mozzarella di bufala.
Se essere padani significa costruire questo genere di mondo, signor Bossi, metto le mani avanti: io non sono e non voglio essere padano. Se non c’è altra soluzione, se i miei concittadini settentrionali continueranno a votare in massa per il suo partito ignorante e razzista, mi troverò costretto a rinnegare le mie origini e a chiedere cittadinanza meridionale.
Prenda questa lettera come un atto di abiura, come il rifiuto della divisa che gli obiettori di coscienza facevano in caserma, quando non esisteva il servizio civile.
Prenda questa lettera per un attestato di disprezzo da parte mia per lei, per il suo movimento e tutto ciò che rappresenta.
Mario Badino
Cittadino italiano
martedì 28 luglio 2009
un rpimo link per sinistra unita
OdG "Pedoni e bici"
Alla luce di ripetuti incidenti e tragici avvenimenti occorsi anche di recente in città che hanno visto protagonisti e vittime cittadini pedoni e ciclisti e alla luce dei dati che emergono dalle statistiche locali;
condividendo l’approccio e le argomentazioni portate avanti in sede locale dall’Associazione Bicincittà VCO e a livello nazionale da molte realtà associative e di difesa dei cittadini;
ritenendo prioritario e improcrastinabile porre una nuova e concreta attenzione alle esigenze di mobilità e di sicurezza della cittadinanza, in particolare di chi si sposta a piedi o in bicicletta, senza nascondersi che tutti noi siamo, di volta in volta pedoni, ciclisti, automobilisti etc. ;
rilevato da un sommario, ma comunque indicativo e allarmante, sopralluogo di vari punti della città in cui appare evidente che bisogna mettere in sicurezza parecchi attraversamenti pedonali che risultano, soprattutto di sera e /o con il maltempo, troppo poco visibili, da riposizionare, da modificare con rialzi o altri interventi, etc: ;
constatato che fino ad oggi troppo poco o nulla si è fatto per limitare l’impatto e il disagio derivante dal traffico urbano autoveicolare;
ritenendo viceversa che vadano ridefinite le politiche legate alla mobilità in città e che vadano studiati e attuati Piani urbani del traffico maggiormente centrati sull’essere umano piuttosto che sul mezzo meccanico;
considerate infine le ridotte dimensioni della nostra città;
si chiede all’Amministrazione di attivare, tramite gli Assessorati e gli Uffici/Servizi competenti, una seria programmazione ed urgenti interventi che prevedano adeguati finanziamenti economici e avviino una nuova tendenza su questioni di primaria rilevanza per la sicurezza, la salute e la tutela dei cittadini tutti. Si propone inoltre che il Comune di Domodossola si faccia parte attiva nel sensibilizzare e coinvolgere altre Amministrazioni ossolane su questa tematica.
OdG "Ordine del Tricolore"
Approvazione e sottoscrizione dell’ODG del Consiglio regionale del Piemonte n° 1175
avverso la proposta di legge n° 1360 - “ Istituzione dell’Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra”
Presa visione dei contenuti dell’ODG n°1175, approvato a maggioranza dal Consiglio regionale piemontese il 10 febbraio 2009, raccogliendo l’invito contenuto nel medesimo, si propone al Consiglio comunale di Domodossola di discuterlo e di approvarlo.
Si chiede inoltre che della sua approvazione venga data comunicazione alla Presidenza del Consiglio regionale del Piemonte e ai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
ORDINE DEL GIORNO n. 1175
Il Consiglio regionale
vista la proposta di legge n. 1360 recante “Istituzione dell’Ordine del Tricolore e
adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra”, attualmente all’esame della IV
Commissione Difesa della Camera dei Deputati;
rilevato che tale proposta prevede espressamente, all’articolo 2, l’equiparazione, ai fini del conferimento dell’onorificenza dell’istituendo Ordine del Tricolore e della concessione del conseguente assegno vitalizio di € 200,00 annui, tra partigiani e prigionieri nei campi di concentramento da un lato e combattenti nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana dall’altro; considerato che il Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, riunitosi appositamente, su richiesta dell’Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia, in seduta plenaria il 4 febbraio ultimo scorso, ha giudicato grave e inaccettabile sia dal punto di vista storico e morale sia da quello giuridico tale equiparazione;
preso altresì atto che il Comitato ha assunto unanimemente la decisione di intraprendere, a partire dal Piemonte, regione che reca ancora tra le sue montagne e nelle sue città i segni profondi ed i ricordi indelebili della lotta di Liberazione e dei crimini nazifascisti, una serie di iniziative pubbliche volte a sensibilizzare i soggetti istituzionali, le forze politiche e sociali, gli enti territoriali e l’opinione pubblica al fine di evitare che il legislatore nazionale approvi una norma vissuta come una profonda ferita alla coscienza civile e democratica del nostro Paese;
ricordato che .. a seguito di tale riunione il Comitato ha indirizzato una missiva a tutti i parlamentari eletti in Piemonte, ai componenti della Commissione Difesa della Camera, ai Presidenti di Senato e Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Repubblica rivolgendo loro un invito affinché, nel rispetto del ruolo istituzionale di ciascuno e delle prerogative del Parlamento, adottino le iniziative necessarie per evitare che tale proposta divenga legge della Repubblica Italiana;
.. la costruzione di una memoria storica nazionale condivisa non possa basarsi su
ingiuste equiparazioni tra chi ha combattuto, è stato imprigionato, deportato o ha
dato la vita per la libertà e la democrazia e chi ha difeso il regime fascista e il
nazismo;
auspicando che, al di là delle legittime e naturali differenze di schieramento, sia possibile ricostituire attorno ai valori della Resistenza lo straordinario scenario di unità tra le forze politiche democratiche che permise la conduzione vittoriosa della lotta di Liberazione, la stesura della Costituzione e la nascita della nostra Repubblica;
esprime la più netta contrarietà alla proposta di legge in questione;
invita le forze sociali e politiche, l’associazionismo, le istituzioni culturali, gli Istituti Storici della Resistenza, le associazioni dei partigiani, dei deportati, degli internati militari e dei perseguitati politici, la società civile piemontese tutta ad una mobilitazione capillare sul territorio in difesa dei valori della Resistenza, della libertà, della democrazia e a tutela della memoria storica;
sollecita i Consigli provinciali e comunali del Piemonte a voler discutere e approvare il presente Ordine del Giorno, impegnando il Presidente del Consiglio regionale alla trasmissione del medesimo a tutte le Assemblee elettive della regione;
sostiene la pubblica sottoscrizione di un appello rivolto al Parlamento per chiedere che non venga approvata la proposta di legge n. 1360.
Testo del documento votato e approvato a maggioranza nell'adunanza consiliare del 10
febbraio 2009
venerdì 24 luglio 2009
Lunedì 27 luglio, ore 21, RIUNIONE
all'odg:
- vedi (sotto) odg della riunione del 13 (riprenderemo e approfondiremo alcune questioni);
- idrablu e consumatori;
- relazione del nostro mitico capogruppo;
- ecc. ecc.
ciao
mario
giovedì 16 luglio 2009
"piano casa" made in regione piemonte
- la regione ha sposato in pieno le indicazioni governative che per aiutare il settore dell'edilizia si debba continuare a costruire e ad aumentare le volumetrie;
- si andrà in deroga fino al 31/12/2011 alle norme attuali, consentendo l'aumento di volumetrie del 20% su case uni e bi-familiari (che si sommano al 20% di aumento già previsto da alcuni piani regolatori, per un tot del 40%!)
- si andrà in deroga anche in alcune aree vincolate ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio.
in sostanza, il tutto è molto in linea con quanto proclamato da berlusconi qualche mese fa e in linea col popolar-pensiero che valga la pena investire solo se si può ingrandire casa, ahimè!
l'unica misura adottata per cercare di tamponare gli effetti deleteri del piano casa è stato quello di obbligare i proprietari a fare interventi che migliorino l'efficenza ebergetica degli edifici. questo non vuol dire che ci sarà risparmio energetico!
nella migliore delle ipotesi gli interventi potrebbero risultare a bilancio energetico nullo (aumento del 40% la volumetria con obbligo del 40% di risparmio energetico sull'intero edificio), ma credo che sarà l'ennesima campagna di cementificazione energivora.
questa è l'opinione che mi sono fatto ascoltando l'intervento e leggendo il testo della legge.
sarei interessato a sentire il parere di chi ha più competenza di me in questa materia.
il testo è stato pubblicato sul bur n.28 del 16/07/2009 e si può consultare al link
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2009/corrente/siste/00000105.htm
un saluto a tutti
Massimo
mercoledì 15 luglio 2009
Ecco! Una notizia, tanto per inaugurare il Blog.
S.J.
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Per la prima volta a Strasburgo gli stipendi sono uguali per tutti
L'eurodeputato del Pdl: "Questi non sanno quanto si prende a Montecitorio"
Una miseria questi 290 euro
Mastella protesta per la diaria
di MARCO MAROZZI
STRASBURGO - "Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano". Clemente Mastella esterna il suo disappunto per le nuove "durezze" a cui sono sottoposti i 736 eurodeputati. "Si prende meno che in Italia". Lo urla in ascensore, sventolando furioso le carte che via via gli porgono i suoi assistenti. Studia i chilometraggi. Chiede a Cristiana Muscardini, storica eurodeputata di An, ora nel Pdl assieme all'ex ministro di Prodi, come funzionino le firme-presenze per essere pagati.
Per albergo e vitto la Ue paga ai deputati 295 euro al giorno. Più una correzione legata alla durata del viaggio e alla distanza fra casa e aeroporto (tre euro al chilometro). Fino a questa legislatura gli euro erano 250: l'aumento è legato alla nuova normativa scattata all'Europarlamento. Da quest'anno tutti i deputati guadagnano uguale: 7.666,31 lordi al mese, indicizzati sull'inflazione. Al netto, sono 5.700 euro. Con pensione dopo cinque anni, finito il mandato. Finora invece gli stipendi erano equiparati a quelli dei parlamentari nazionali: gli italiani erano i Paperoni e adesso prendono meno; ma per lituani, bulgari, e molti altri è una pacchia.
Nel conto, poi, ci sono 4.402 euro al mese per spese generali: vere o no, non si deve dimostrare nulla. Solo essere presenti in aula almeno sette volte all'anno. Altri 17.570 euro mensili, invece, sono per l'indennità di segreteria: stipendi e spese degli assistenti scelti dal deputato. Finora anche questa cifra era intascata senza ricevute, magari per collaboratori condivisi fra deputati.
I biglietti aerei per la prima volta non sono rimborsati a forfait: i rimborsi di business class per biglietti low cost o per viaggi di gruppo in auto erano prassi diffusa. Così ora è obbligatoria la ricevuta. Idem per la benzina: 0,49 euro al km. Infine, 4.148 euro sono destinati a viaggi fuori dai rispettivi Stati e 149 euro al giorno, hotel escluso, per missioni extra-Ue. Finisce così l'escamotage di incassare 1.500 euro in nero a settimana per i viaggi aerei che i deputati compiono per le tre settimane mensili di sedute a Bruxelles o Strasburgo. Alcuni, peraltro, si facevano vedere all'Europarlamento anche la quarta settimana, quella destinata al collegio di casa. Altri 1.500 euro.