Sarà forse il suffisso "extra" che spaventa tanto il leghista Borghezio, neoeletto al Parlamento Europeo, ma si presentano tempi molto duri anche per E.T.
In attesa dei permessi di soggiorno intergalattici propongo di aggiungere al decreto sicurezza che le ronde siano munite di raggi fotonici, non si sa mai
venerdì 21 agosto 2009
lunedì 10 agosto 2009
Espulsa badante il caso esplode su Facebook
dal sito di Eco Risveglio...
Espulsa badante
il caso esplode su Facebook
VERBANIA - 16/07/2009
Via 25 aprile. Una donna chiama aiuto nel sonno e viene sentita dai vicini, i quali, preoccupati, avvertono la polizia che interviene prontamente. Ma è solo un falso allarme. La protagonista, un’anziana di 95 anni, sta bene e quindi tutto sembrerebbe risolto. Ma non è così. Gli agenti, infatti, si accorgono della presenza della badante, un’immigrata ucraina, che alla richiesta del permesso di soggiorno non può esibirlo perché ne è sprovvista. A quel punto, con l’entrata in vigore della nuova legge che introduce il “reato di clandestinità” la donna viene condotta in questura. Giunta in via Lussemburgo le vengono notificati prima il fermo e poi l’espulsione dall’Italia. Un trauma per l’anziana assistita dalla straniera, che ora non vuole più nessun altro al suo fianco. Così la badante (molto nota nel quartiere) - in attesa d’espatrio forzato - non può tornare a curarla. La palla a quel punto è passata ai familiari dell’anziana, che non sapendo che altro fare si sono rivolti al Consorzio dei servizi sociali e alla fine si sono visti costretti a ricoverare la 95enne in una casa di riposo. Sotto shock i condomini che proprio non si capacitano della condotta della polizia. «Loro hanno fatto solo il proprio dovere. Il problema sta tutto nella legge, fatta male a tal punto che già si parla di sanatoria. Una legge assurda che colpisce gli anziani e le persone deboli». Questo il commento del medico curante della donna, il dottor Carlo Bava, che in un messaggio su Facebook ha lanciato l’allarme: «La mia assistita stava bene, era contenta e felice con quella donna che l’aiutava da tre anni. Era compensata e autonoma. Oggi è triste e l’essere al centro di questa vicenda l’ha ulteriormente affranta».
Ha aggiunto il medico: «Ora, per colpa di questa insulsa legge “da bar” che pensa che tutte le straniere vogliano solo fare le badanti, senza curarsi del lavoro vero e quotidiano che svolgono, ci si trova con un peso in più sulle spalle della collettività, che sta pagando il costo sanitario della questione. Ma anche gli anziani così facendo non si ritrovano più un importante sostegno quotidiano. Un caso significativo che ho voluto portare all’attenzione di tutti».
Patrizia Guglielmi
Espulsa badante
il caso esplode su Facebook
VERBANIA - 16/07/2009
Via 25 aprile. Una donna chiama aiuto nel sonno e viene sentita dai vicini, i quali, preoccupati, avvertono la polizia che interviene prontamente. Ma è solo un falso allarme. La protagonista, un’anziana di 95 anni, sta bene e quindi tutto sembrerebbe risolto. Ma non è così. Gli agenti, infatti, si accorgono della presenza della badante, un’immigrata ucraina, che alla richiesta del permesso di soggiorno non può esibirlo perché ne è sprovvista. A quel punto, con l’entrata in vigore della nuova legge che introduce il “reato di clandestinità” la donna viene condotta in questura. Giunta in via Lussemburgo le vengono notificati prima il fermo e poi l’espulsione dall’Italia. Un trauma per l’anziana assistita dalla straniera, che ora non vuole più nessun altro al suo fianco. Così la badante (molto nota nel quartiere) - in attesa d’espatrio forzato - non può tornare a curarla. La palla a quel punto è passata ai familiari dell’anziana, che non sapendo che altro fare si sono rivolti al Consorzio dei servizi sociali e alla fine si sono visti costretti a ricoverare la 95enne in una casa di riposo. Sotto shock i condomini che proprio non si capacitano della condotta della polizia. «Loro hanno fatto solo il proprio dovere. Il problema sta tutto nella legge, fatta male a tal punto che già si parla di sanatoria. Una legge assurda che colpisce gli anziani e le persone deboli». Questo il commento del medico curante della donna, il dottor Carlo Bava, che in un messaggio su Facebook ha lanciato l’allarme: «La mia assistita stava bene, era contenta e felice con quella donna che l’aiutava da tre anni. Era compensata e autonoma. Oggi è triste e l’essere al centro di questa vicenda l’ha ulteriormente affranta».
Ha aggiunto il medico: «Ora, per colpa di questa insulsa legge “da bar” che pensa che tutte le straniere vogliano solo fare le badanti, senza curarsi del lavoro vero e quotidiano che svolgono, ci si trova con un peso in più sulle spalle della collettività, che sta pagando il costo sanitario della questione. Ma anche gli anziani così facendo non si ritrovano più un importante sostegno quotidiano. Un caso significativo che ho voluto portare all’attenzione di tutti».
Patrizia Guglielmi
lunedì 3 agosto 2009
Siamo tutti clandestini
Il 2 Luglio 2009, con l’ennesimo voto di fiducia, il Senato ha approvato il cosiddetto “pacchetto sicurezza”, con il quale – tra le altre cose - si adottano norme profondamente discriminatorie nei confronti degli immigrati; norme che contraddicono le regole di civiltà giuridica e calpestano la dignità umana. Tra le misure della nuova legge, infatti, ci sono le ronde di Stato, il reato di clandestinità (contrario alla Costituzione italiana e alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), l’aumento della permanenza nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) fino a sei mesi (vere e proprie prigioni dove recludere persone che, per la maggior parte, non hanno commesso alcun crimine), l’introduzione di norme più stringenti per i ricongiungimenti familiari (che, com’è noto, aiutano molto l’integrazione) e una serie di effetti gravissimi derivanti dal fatto che la clandestinità diventa reato, come gli ostacoli al riconoscimento dei figli nati in Italia da parte di madri irregolari.
La nostra indignazione si unisce alle molte critiche sollevate in questi giorni da molte organizzazioni: da quelle dei Medici a quelle del mondo della scuola e dei Servizi Sociali. Oltre alla CEI, che ha denunciato la “criminalizzazione dell’immigrato”, contro le nuove norme si sono schierati Unhcr, Amnesty International, Caritas, Arci, Libera, Terres des Hommes, Save the children, i tre maggiori Sindacati italiani, e tanti altri. Alcuni movimenti politici hanno chiesto a Napolitano di non firmare questa Legge; una Legge, che ha portato il noto padre comboniano Alex Zanotelli ad affermare: «Mi vergogno di essere italiano e cristiano. Non avrei mai pensato che l´Italia avrebbe potuto varare una legge razzista e xenofoba».
Secondo noi, queste misure esprimono bene il senso di come questo governo tratti gli immigrati: non persone con una propria dignità, ma semplice mano d’opera, da respingere e criminalizzare quando non più utile. È evidente la cattiveria e l’accanimento contro gli immigrati, in particolare quelli irregolari. Lo stesso Ministro Maroni non ha fatto mistero che “contro i clandestini bisogna essere cattivi”.
Questa Legge completa un percorso ideologico che dalla legge Bossi-Fini (principale causa di irregolarità con le sue assurde procedure di ingresso) è arrivato all’introduzione del reato di clandestinità nel nostro ordinamento giuridico, completando quel disegno di criminalizzazione dello straniero portato avanti con la cura metodica di bravi “imprenditori della paura” da parte di molti esponenti politici della Lega Nord e degli altri partiti di Destra.
Salvo naturalmente fare mezza marcia indietro accortisi del vespaio creato per quanto riguarda le cosiddette “BADANTI” ( che sono in realtà assistenti famigliari); rischiavano, i nostri GOVERNANTI, di mettere fuorilegge mezzo milione di lavoratrici straniere e altrettante famiglie che ne hanno un gran bisogno (sennò chi cura i vecchi a casa…lo Stato sociale italiano?) per cui:“oplà !” ecco risolto il problema. Certo, perché quando ci fa comodo, quando servono a noi Italiani DOC, allora anche gli stranieri o le straniere si possono far restare. Fintanto che ci servono.
Assistiamo, come al solito, ad una sceneggiata ben architettata da parte della maggioranza: era chiaro fin dall’inizio che le misure contenute nel disegno di legge avrebbero portato alla situazione oggi denunciata. Eppure, la Maggioranza prima approva una determinata misura, per poi accorgersi subito dopo che c’è qualcosa da cambiare. Tutto questo per dimostrare quanto siano bravi a correggere la rotta, quanto siano sensibili ai problemi dei cittadini.
Lungi dal creare condizioni di maggior sicurezza e far uscire dalla clandestinità, noi pensiamo che le misure appena varate spingeranno ancor di più nella clandestinità molti immigrati, costringendoli ad una vita di nascondimenti, che non solo impedirà loro di integrarsi nella società, ma li renderà facili prede della criminalità e del lavoro nero. Forse che ostacolare i ricongiungimenti familiari possa facilitare l’integrazione di un cittadino straniero?
Coordinamento ossolano del PRC – PdCI
Sinistra e Libertà Ossola
Gruppo consiliare Sinistra Unita Domodossola
La nostra indignazione si unisce alle molte critiche sollevate in questi giorni da molte organizzazioni: da quelle dei Medici a quelle del mondo della scuola e dei Servizi Sociali. Oltre alla CEI, che ha denunciato la “criminalizzazione dell’immigrato”, contro le nuove norme si sono schierati Unhcr, Amnesty International, Caritas, Arci, Libera, Terres des Hommes, Save the children, i tre maggiori Sindacati italiani, e tanti altri. Alcuni movimenti politici hanno chiesto a Napolitano di non firmare questa Legge; una Legge, che ha portato il noto padre comboniano Alex Zanotelli ad affermare: «Mi vergogno di essere italiano e cristiano. Non avrei mai pensato che l´Italia avrebbe potuto varare una legge razzista e xenofoba».
Secondo noi, queste misure esprimono bene il senso di come questo governo tratti gli immigrati: non persone con una propria dignità, ma semplice mano d’opera, da respingere e criminalizzare quando non più utile. È evidente la cattiveria e l’accanimento contro gli immigrati, in particolare quelli irregolari. Lo stesso Ministro Maroni non ha fatto mistero che “contro i clandestini bisogna essere cattivi”.
Questa Legge completa un percorso ideologico che dalla legge Bossi-Fini (principale causa di irregolarità con le sue assurde procedure di ingresso) è arrivato all’introduzione del reato di clandestinità nel nostro ordinamento giuridico, completando quel disegno di criminalizzazione dello straniero portato avanti con la cura metodica di bravi “imprenditori della paura” da parte di molti esponenti politici della Lega Nord e degli altri partiti di Destra.
Salvo naturalmente fare mezza marcia indietro accortisi del vespaio creato per quanto riguarda le cosiddette “BADANTI” ( che sono in realtà assistenti famigliari); rischiavano, i nostri GOVERNANTI, di mettere fuorilegge mezzo milione di lavoratrici straniere e altrettante famiglie che ne hanno un gran bisogno (sennò chi cura i vecchi a casa…lo Stato sociale italiano?) per cui:“oplà !” ecco risolto il problema. Certo, perché quando ci fa comodo, quando servono a noi Italiani DOC, allora anche gli stranieri o le straniere si possono far restare. Fintanto che ci servono.
Assistiamo, come al solito, ad una sceneggiata ben architettata da parte della maggioranza: era chiaro fin dall’inizio che le misure contenute nel disegno di legge avrebbero portato alla situazione oggi denunciata. Eppure, la Maggioranza prima approva una determinata misura, per poi accorgersi subito dopo che c’è qualcosa da cambiare. Tutto questo per dimostrare quanto siano bravi a correggere la rotta, quanto siano sensibili ai problemi dei cittadini.
Lungi dal creare condizioni di maggior sicurezza e far uscire dalla clandestinità, noi pensiamo che le misure appena varate spingeranno ancor di più nella clandestinità molti immigrati, costringendoli ad una vita di nascondimenti, che non solo impedirà loro di integrarsi nella società, ma li renderà facili prede della criminalità e del lavoro nero. Forse che ostacolare i ricongiungimenti familiari possa facilitare l’integrazione di un cittadino straniero?
Coordinamento ossolano del PRC – PdCI
Sinistra e Libertà Ossola
Gruppo consiliare Sinistra Unita Domodossola
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domenica 2 agosto 2009
OdG "Testamento biologico"
Proposta di istituzione del registro delle dichiarazioni anticipate di trattamenti sanitari (testamento biologico)
Si propone al Consiglio Comunale di Domodossola di approvare la presente proposta finalizzata ad assumere una Deliberazione consiliare avente per oggetto l’istituzione del Registro delle dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari.
I contenuti della presente proposta sono espressi e articolati nella bozza di Deliberazione che segue e che si propone.
_____________________________________________________________________________________
DELIBERA C. C. N. ….. DEL ………….
Oggetto: ISTITUZIONE DEL REGISTRO DELLE DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTI SANITARI (TESTAMENTO BIOLOGICO)
Il Consiglio Comunale di Domodossola
Premesso che:
Per testamento biologico si intende un documento legale che permette di indicare in anticipo i trattamenti medici che ciascuno intende ricevere o rifiutare in caso di incapacità mentale, di incoscienza o di altre cause che impediscano di comunicare direttamente ed in modo consapevole con il proprio medico. E’ conosciuto anche come “Dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari”. La persona che redige un testamento biologico nomina un fiduciario per le cure sanitarie che diviene, nel caso in cui la persona diventi incapace, il soggetto chiamato ad intervenire sulle decisioni riguardanti i trattamenti sanitari stessi.
Il testamento biologico (con la denominazione di “Living will”) è stato introdotto per legge negli Stati Uniti nel 1991. Una delle principali affermazioni della legge americana è quella relativa alla idratazione ed alla alimentazione artificiali, che sono considerate a tutti gli effetti come terapie ed in quanto tali possono essere rifiutate attraverso il testamento biologico. Lo stesso principio è seguito nelle leggi esistenti negli altri paesi occidentali ed è stato costantemente ribadito nelle sentenze sull’argomento, oltre che nella valutazione dei più illustri scienziati che hanno studiato il tema delle scelte di fine vita. Da allora, la maggior parte dei paesi occidentali ha legiferato in materia. Dove non esiste ancora una legge specifica, vi è però una giurisprudenza costante che riconosce valore ai testamenti biologici. In Italia, l’articolo 32 della Costituzione stabilisce che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Questa norma costituzionale configura per tutti i cittadini quello che i giuristi definiscono un “diritto perfetto”, che cioè non ha bisogno di leggi applicative per essere esercitato. Parimenti, l’art 13 della Costituzione afferma che “ la libertà personale è inviolabile”, rafforzando il riconoscimento alla libertà ed indipendenza dell’individuo nelle scelte personali che lo riguardano. Tuttavia, il problema si pone - come dimostrato dalla drammatica vicenda di Eluana Englaro - nei casi in cui per diverse ragioni il malato perda la capacità di esprimere la propria volontà di rifiutare determinate terapie. Per questo motivo è necessario approvare una legge che stabilisca in modo chiaro le modalità di redazione e di registrazione del testamento biologico e di nomina del fiduciario, così che ciascuno possa dichiarare, ora per allora, la propria volontà circa le terapie da accettare o rifiutare in situazioni come quella descritta, vincolando i medici ad attenersi alla volontà così espressa.
Considerato che:
- la carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, sancisce che il consenso libero ed informato del paziente all’atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino afferente i diritti all’integrità della persona ( titolo 1, Dignità, art 3 Diritto all’integrità personale);
- la Convenzione sui Diritti Umani e la biomedicina di Oviedo del 1977, ratificata dal Governo Italiano ai sensi della Legge n° 145 28 marzo 2001, sancisce all’art. 9 che “ i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione”;
Preso atto che:
il nuovo codice di Deontologia medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici chirurghi ed odontoiatri, dopo aver precisato all’art. 16 che “ il medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato…”, all’art 35 sancisce che “ il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito ed informato del paziente… In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti …curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.” Inoltre all’art 38 si afferma che “ il medico deve attenersi,… alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi…Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato.”
Valutato altresì che:
il Comitato Nazionale di Bioetica, si è espresso in data 18 dicembre 2003, precisando che “ … appare non più rinviabile una approfondita riflessione, non solo bioetica, ma anche biogiuridica, sulle dichiarazioni anticipate… che dia piena e coerente attuazione allo spirito della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina…”. Inoltre il CNB specifica che “ le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall’interessato, e i medici dovranno non solo tenerne conto, ma dovranno anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà”.
Considerato che:
la Magistratura si è più volte espressa in questo senso, esaminando in particolare i casi Welby, Nuvoli ed Englaro, in assenza di una normativa nazionale in materia.
Preso atto che:
secondo l’Eurispes il 74,7 degli italiani esprime parere favorevole all’introduzione del testamento etico.
Considerato che
in questo scenario, l’Ente Comune è nella possibilità giuridica ed amministrativa di farsi promotore di atti amministrativi volti ad introdurre il riconoscimento formale del valore etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario.
Tutto ciò considerato,
Il CONSIGLIO COMUNALE impegna la GIUNTA COMUNALE :
1)a predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica, nel quale ogni cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari sia in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante sia in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione;
2)ad istituire un registro telematico che raccolga le dichiarazioni
e a definirne il regolamento d’accesso;
3)a trasmettere periodicamente le dichiarazioni raccolte ai Soggetti Istituzionali delegati per legge alla pubblicizzazione, nelle more della entrata in vigore di una normativa nazionale che regolamenti la materia, in particolare:
A)Al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali,affinché la dichiarazione venga inserita nella tessera sanitaria personale del dichiarante.
B)All’ ARSAN e all’Assessorato Regionale alla Sanità della Regione, affinché provveda ad istituire un registro provvisorio regionale, nelle more dell’entrata in vigore di una legislazione nazionale in materia.
C)Alla ASL competente per territorio, affinché anch’essa istituisca un registro provvisorio , nelle more dell’entrata in vigore delle leggi regionali e nazionali che regoleranno la materia.
D)Al medico di famiglia della persona che ha sottoscritto la
Dichiarazione anticipata di volontà, affinché ne tenga debito conto in ogni momento del percorso medico-assistenziale della persona che ha espresso la volontà.
Si delega il Segretario Comunale a trasmettere la Delibera al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, al Comitato Nazionale di Bioetica, alla Regione, alla Provincia, all’ASL competente per territorio.
La Delibera è dichiarata immediatamente esecutiva.
________________________________________________________________
Domodossola lì 30 giugno 2009
Consigliere comunale
Giancarlo Lotto
Si propone al Consiglio Comunale di Domodossola di approvare la presente proposta finalizzata ad assumere una Deliberazione consiliare avente per oggetto l’istituzione del Registro delle dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari.
I contenuti della presente proposta sono espressi e articolati nella bozza di Deliberazione che segue e che si propone.
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DELIBERA C. C. N. ….. DEL ………….
Oggetto: ISTITUZIONE DEL REGISTRO DELLE DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTI SANITARI (TESTAMENTO BIOLOGICO)
Il Consiglio Comunale di Domodossola
Premesso che:
Per testamento biologico si intende un documento legale che permette di indicare in anticipo i trattamenti medici che ciascuno intende ricevere o rifiutare in caso di incapacità mentale, di incoscienza o di altre cause che impediscano di comunicare direttamente ed in modo consapevole con il proprio medico. E’ conosciuto anche come “Dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari”. La persona che redige un testamento biologico nomina un fiduciario per le cure sanitarie che diviene, nel caso in cui la persona diventi incapace, il soggetto chiamato ad intervenire sulle decisioni riguardanti i trattamenti sanitari stessi.
Il testamento biologico (con la denominazione di “Living will”) è stato introdotto per legge negli Stati Uniti nel 1991. Una delle principali affermazioni della legge americana è quella relativa alla idratazione ed alla alimentazione artificiali, che sono considerate a tutti gli effetti come terapie ed in quanto tali possono essere rifiutate attraverso il testamento biologico. Lo stesso principio è seguito nelle leggi esistenti negli altri paesi occidentali ed è stato costantemente ribadito nelle sentenze sull’argomento, oltre che nella valutazione dei più illustri scienziati che hanno studiato il tema delle scelte di fine vita. Da allora, la maggior parte dei paesi occidentali ha legiferato in materia. Dove non esiste ancora una legge specifica, vi è però una giurisprudenza costante che riconosce valore ai testamenti biologici. In Italia, l’articolo 32 della Costituzione stabilisce che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Questa norma costituzionale configura per tutti i cittadini quello che i giuristi definiscono un “diritto perfetto”, che cioè non ha bisogno di leggi applicative per essere esercitato. Parimenti, l’art 13 della Costituzione afferma che “ la libertà personale è inviolabile”, rafforzando il riconoscimento alla libertà ed indipendenza dell’individuo nelle scelte personali che lo riguardano. Tuttavia, il problema si pone - come dimostrato dalla drammatica vicenda di Eluana Englaro - nei casi in cui per diverse ragioni il malato perda la capacità di esprimere la propria volontà di rifiutare determinate terapie. Per questo motivo è necessario approvare una legge che stabilisca in modo chiaro le modalità di redazione e di registrazione del testamento biologico e di nomina del fiduciario, così che ciascuno possa dichiarare, ora per allora, la propria volontà circa le terapie da accettare o rifiutare in situazioni come quella descritta, vincolando i medici ad attenersi alla volontà così espressa.
Considerato che:
- la carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, sancisce che il consenso libero ed informato del paziente all’atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino afferente i diritti all’integrità della persona ( titolo 1, Dignità, art 3 Diritto all’integrità personale);
- la Convenzione sui Diritti Umani e la biomedicina di Oviedo del 1977, ratificata dal Governo Italiano ai sensi della Legge n° 145 28 marzo 2001, sancisce all’art. 9 che “ i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione”;
Preso atto che:
il nuovo codice di Deontologia medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici chirurghi ed odontoiatri, dopo aver precisato all’art. 16 che “ il medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato…”, all’art 35 sancisce che “ il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l’acquisizione del consenso esplicito ed informato del paziente… In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti …curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona.” Inoltre all’art 38 si afferma che “ il medico deve attenersi,… alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi…Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato.”
Valutato altresì che:
il Comitato Nazionale di Bioetica, si è espresso in data 18 dicembre 2003, precisando che “ … appare non più rinviabile una approfondita riflessione, non solo bioetica, ma anche biogiuridica, sulle dichiarazioni anticipate… che dia piena e coerente attuazione allo spirito della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina…”. Inoltre il CNB specifica che “ le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall’interessato, e i medici dovranno non solo tenerne conto, ma dovranno anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà”.
Considerato che:
la Magistratura si è più volte espressa in questo senso, esaminando in particolare i casi Welby, Nuvoli ed Englaro, in assenza di una normativa nazionale in materia.
Preso atto che:
secondo l’Eurispes il 74,7 degli italiani esprime parere favorevole all’introduzione del testamento etico.
Considerato che
in questo scenario, l’Ente Comune è nella possibilità giuridica ed amministrativa di farsi promotore di atti amministrativi volti ad introdurre il riconoscimento formale del valore etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario.
Tutto ciò considerato,
Il CONSIGLIO COMUNALE impegna la GIUNTA COMUNALE :
1)a predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica, nel quale ogni cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari sia in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante sia in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione;
2)ad istituire un registro telematico che raccolga le dichiarazioni
e a definirne il regolamento d’accesso;
3)a trasmettere periodicamente le dichiarazioni raccolte ai Soggetti Istituzionali delegati per legge alla pubblicizzazione, nelle more della entrata in vigore di una normativa nazionale che regolamenti la materia, in particolare:
A)Al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali,affinché la dichiarazione venga inserita nella tessera sanitaria personale del dichiarante.
B)All’ ARSAN e all’Assessorato Regionale alla Sanità della Regione, affinché provveda ad istituire un registro provvisorio regionale, nelle more dell’entrata in vigore di una legislazione nazionale in materia.
C)Alla ASL competente per territorio, affinché anch’essa istituisca un registro provvisorio , nelle more dell’entrata in vigore delle leggi regionali e nazionali che regoleranno la materia.
D)Al medico di famiglia della persona che ha sottoscritto la
Dichiarazione anticipata di volontà, affinché ne tenga debito conto in ogni momento del percorso medico-assistenziale della persona che ha espresso la volontà.
Si delega il Segretario Comunale a trasmettere la Delibera al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, al Comitato Nazionale di Bioetica, alla Regione, alla Provincia, all’ASL competente per territorio.
La Delibera è dichiarata immediatamente esecutiva.
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Domodossola lì 30 giugno 2009
Consigliere comunale
Giancarlo Lotto
sabato 1 agosto 2009
Osservazioni sul Bilancio di previsione 2009
Comune di Domodossola
L’esame dei documenti previsionali del Bilancio del nostro Comune ci ha permesso di evidenziare una serie di aspetti che riteniamo problematici, sui quali non ci troviamo in accordo e su cui avanzare osservazioni e proposte. Alcune di queste proposte, peraltro, sono già state oggetto in passato di lettere, Ordini del giorno e altro che non sono stati accolti in seno al Consiglio comunale e dall’Amm.ne.
Si dà atto evidentemente del notevole lavoro di redazione dei documenti di bilancio e delle innovazioni operative portate nell’ambito del Servizio Finanziario; esse, oggetto di comunicazione del Dirigente in seno all’ultima Commissione Bilancio, denotano una capacità ed uno sforzo importanti. Ci sembra giusto ribadire il nostro convincimento secondo cui l’intero insieme dei dipendenti comunali rappresenta la prima e più importante risorsa di questa come delle altre pubbliche Amministrazioni. Il Comune è fatto quotidianamente da chi è chiamato ad amministrare e da chi espleta il proprio lavoro in tutti i vari settori.
Ugualmente non si può non prendere atto dell’esistenza di una serie di norme e di vincoli che, unitamente alle scelte dell’Amministrazione centrale dello Stato, determinano incertezze, difficoltà di interpretazione, paradossi con cui anche Amministrazioni attente rischiano di cadere in situazioni di difficoltà. Crediamo che un esempio significativo sia rappresentato dalle norme sul Patto di stabilità e dai vincoli che ne derivano.
Anche per il nuovo Bilancio comunque si riscontra una carenza o assenza di confronto nel processo che porta alle scelte e alla redazione del documento di programmazione finanziaria; si riterrebbe invece indispensabile avviare nei tempi utili un tale processo che porti l’Amm.ne cittadina a conoscere meglio le priorità della comunità e avvierebbe un percorso di partecipazione attiva. Diversamente il rischio concreto, a nostro avviso, è quello di acuire la separazione tra la cittadinanza con le sue espressioni e chi amministra.
Prima di passare a evidenziare sinteticamente alcuni nodi problematici si ritiene necessario rilevare:
1.Il persistere di una visione incentrata fortemente sulla mobilità veicolare privata da cui discendono interventi e investimenti onerosi che assorbono fondi altrimenti destinabili; pensiamo alla realizzazione di parcheggi, alla necessità di manutenzione di strade, segnaletica etc. Non rileviamo un neppure graduale spostamento di attenzione dall’automobile a forme di trasporto cittadino alternative quali piccoli bus, incentivi e interventi agevolanti l’uso di biciclette, adeguamenti in favore dei tanti pedoni. Prendiamo atto di alcune intenzioni (es. messa in sicurezza di uno / due attraversamenti pedonali, sistemazione marciapiede di Via Piave…) ma ciò se da un lato sembra offrire segnali positivi, dall’altro appare del tutto insufficiente e non organico. Sottolineiamo come la normativa imponga, tra l’altro, la destinazione di una parte delle entrate derivanti dalle contravvenzioni al Codice della strada, a interventi in favore della ciclabilità.
2.Non viene accolta la necessità di avviare una programmazione pluriennale che abbia come obiettivo qualificante lo sbarrieramento della città, inteso come insieme organico di progetti e interventi atti a rendere fruibile ogni spazio pubblico, strade, piazze, edifici etc. Questo, forse più di altre iniziative, concorrerebbe a fare di Domodossola cittadina rinomata ed esemplare.
3.Applicazione dal 2009 dell’Add.le IRPEF allo 0,4% a causa di: necessità finanziarie del Comune e riduzione dei trasferimenti statali. Già lo scorso anno avevamo criticato questo aumento fiscale, oggi non si può non rimarcarlo anche a fronte invece di scelte centrali che puntano sulle c.d. grandi opere a cui andrebbe anteposta una campagna di piccole – medie opere da realizzarsi a livello locale in grado di dare spinta all’occupazione e investimenti.
Al riguardo citiamo un recentissimo documento – proposta elaborato da CGIL e Legambiente che individua la possibilità di attivare investimenti in quattro aree :
Risparmio ed efficienza energetica
Edilizia – diffusa riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, recupero di edifici ad uso abitativo e/o sociale
Trasporti – con interventi in favore dei milioni di pendolari e sul sistema ferroviario locale e regionale
Sicurezza ambientale – con interventi su quel 70% di Comuni italiani che patiscono situazioni di dissesto idrogeologico, bonifica di aree industriali degradate
Le Amministrazioni locali possono divenire il volano per un processo di uscita dalla crisi economico-finanziaria gravissima che stiamo sopportando; con proposte, progetti, programmi per interventi a tutela dell’esistente, di manutenzione e cura del territorio.
Giudichiamo criticamente alcuni punti del Bilancio proposto:
1.Gli interventi per la scuola Media domese ( due sedi) sono posticipati al 2010 con promessa di 1 milione di €. Ma la situazione è critica ora! Viene da tempo segnalata, è stata anche oggetto, seppure per un breve periodo, della discussione al “tavolo della Scuola” promosso congiuntamente da tutte le forze presenti in C.C. ma poi, sospeso. E, inoltre, quali sono le ipotesi e le prospettive al vaglio dell’Amm.ne?
2.Pesante incidenza sul Bilancio da parte del settore LL.PP. e del progetto Borgo della cultura; da un lato si comprende la natura di alcuni progetti di recupero - rivalorizzazione e il fatto che tali interventi possano rappresentare un contributo all’economia e al lavoro, dall’altro si sottolinea come le scelte portate avanti tendano a privilegiare il centro storico a discapito del resto della città. Che conclusioni possono trarne gli abitanti di questi quartieri più periferici? Necessita pensare all’insieme cittadino e urbano.
3.Polizia Urbana: a fronte di una dichiarata carenza di dotazione organica si avanzano ipotesi di servizi serali etc. Con che risorse? Il ricorso allo straordinario non può certo essere la norma. La relazione che accompagna appare comunque assai sintetica e, a nostro avviso, poco adeguata. Non si fa cenno alcuno ad un ruolo maggiormente promozionale della PU in termini di educazione civica, stradale, prevenzione etc. Ribadiamo il concetto secondo il quale, a nostro parere, i funzionari addetti alla Polizia locale rappresentano un primo e visibile segno di presenza dell’Amm.ne sul territorio; da ciò deriva la necessità di una seria riflessione su questo settore.
4.Adeguamento risorse per area del sociale; bene! Ma non rileviamo l’assunzione di un ruolo nuovo e trainante del nostro Comune capofila in quella che è la politica del CISS. Domodossola può e deve svolgere un ruolo più attivo, propositivo e trainante. Aanche per quanto attiene gli adeguamenti delle quote pro-capite che ogni Comune versa al Consorzio; da quanti anni non abbiamo un adeguamento neppure minimo!? E inoltre, ben consapevoli dell’importanza della buona gestione e conduzione delle Residenze assistenziali per anziani non troviamo cenni alle politiche di incentivazione di forme assistenziali alternative quali l’Assistenza domiciliare che tiene a casa la persona e costa meno.
5.L’introduzione nel Bilancio del capitolo “politiche ambientali” con prime ipotesi di interventi ( solo 10.000,00 € però il finanziamento…) appare condivisibile ma, appunto, da implementare fortemente. Si tratta di un ambito di problemi che ormai risulta cruciale e improcrastinabile. Ugualmente però può rappresentare, come già sopra accennato, uno dei terreni più fertile per un rilancio in termini di lavoro, progresso sociale, sviluppo ecologicamente rispettoso. Diversamente l’aderire alle campagne tipo “mi illumino di meno”, certamente lodevoli, rischia di restare uno spot pubblicitario.
Altre proposte
Almeno 30.000,00 € per l’avvio di politiche ambientali ( da recuperare nei fondi di avanzo d’amministrazione tralasciando, per adesso, il discorso, tutto da fare se ben abbiamo compreso, della carta d’identità elettronica ad es.)
Programmazione messa in sicurezza marciapiedi dove assenti o dissestati (vedi a titolo esemplifcativo il pericoloso sottopasso in fondo a Via Bonomelli)
Programmazione limitazione veicolare privata in città (per zone e/o giorni – tipo al saabato matina con il mercato per Via Marconi, Corso Ferraris e viciniori) e contestuale avvio studio di politiche orientate al trasporto bus dall’esterno città
Definizione interventi riduzione consumi energetici sedi pubbliche (energia elettrica, riscaldamento…) con norme interne chiare e da osservare
Interventi manutentivi urgenti Scuola media in attesa di definire un progetto più completo ( perdite acqua dal tetto, muri scrostati, pavimenti da sistemare, servizi igienici, tinteggiature parziali)
Avvio concertato con il Comando, gli addetti, le OO.SS.. e l’Amm.ne di una rivalutazione del ruolo e degli interventi della Polizia Urbana
Avvio processi di confronto più coinvolgenti con Consulte di quartiere, Associazioni, OO.SS., etc. per costruzione bilanci e definizione linee e scelte programmatiche
Destinazione alle Congregazioni religiose di contributi legati agli oneri di urbanizzazione secondaria; si chiede di non proseguire nella direzione finora adottata ma di recuperare tali somme (€ 10.000,00) per altri scopi. Ciò, stante la non obbligatorietà di questi finanziamenti e il permanere, peraltro, di sostanziose interventi derivanti dalla destinazione dell’8 x mille del gettito fiscale alle Chiese.
Una notazione a parte facciamo per la questione del Canile consortile:
Nemmeno una voce in bilancio, ma un generico breve cenno tra gli “avanzi di amministrazione” (186.000 €)*, peraltro, da ripartire tra “carta di identità elettronica su tutti”, “una quota per l’informatizzazione degli uffici”, “altri impegni” ed il “marciapiede di via Piave”… praticamente, oltre al cenno il nulla, pur trattandosi di un obbligo di legge, categorico, poiché fissato entro due precetti giuridici:
determinatezza (stabilisce cosa devi fare);
tassatività (stabilisce entro quando):
Il canile è un presidio sanitario ed è solo uno tra gli strumenti da mettere in campo per la prevenzione del randagismo che a sua volta è solo uno dei fini previsti dalla L 281/91 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo).
La Legge “quadro” 281/91 all’art. 4 recita: “I comuni provvedono, altresì, al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani…”
Trattandosi di normativa sanitaria l’applicazione di questa Legge compete alle Regioni ed il Piemonte vi provvide con la LR 34/93 che all’art. 7 ribadisce la competenza in capo all’ente locale: “I Comuni, singoli o associati, istituiscono e mantengono in esercizio un servizio pubblico di cattura ed un apposito canile”. Poi nel fissare più in dettaglio i criteri costruttivi ed operativi fa seguire un Regolamento d’attuazione (DPGR 4359 dell’11 novembre 1993) che all’art. 5, comma 11, fissa i termini di realizzazione delle strutture “entro diciotto mesi dall’entrata in vigore del Regolamento”.
Il Regolamento è stato pubblicato nel BUR del 24 novembre 1993, quindi, i termini sono scaduti dal maggio 1995, ossia da ben 14 anni!
L’assenza cronica di una previsione programmatica a fronte di:
a) un obbligo ad adempiere;
b) solleciti inoltrati da più parti nel coso degli anni;
c) 200 milioni erogati dalla CMVO attorno al ‘95-’96 e finiti chissà dove,
lasciano esposto il sindaco in carica e quelli che l’anno preceduto dal ’93 (forse anche i dirigenti competenti per materia), alla possibile accusa di condotta omissiva.
* Relazione Previsionale Programmatica 2009-2011
Sez. III – Programmi e Progetti
Pag. 42 - (Ultimo paragrafo)
Per quanto riguarda l’applicazione del prossimo avanzo di amministrazione (186.000 euro) si ipotizzano alcuni impegni: su tutti il finanziamento della partita “carta di identità elettronica” (si attendono indicazioni sulla questione da parte dello Stato), l’eventuale quota a favore della realizzazione del nuovo canile consortile (è in corso il confronto con i Comuni ossolani in merito) ed una ulteriore quota per l’informatizzazione degli uffici (probabile avvio della scansione degli atti): la concertazione con le forze politiche in presenti in Consiglio Comunale ci porterà ad individuare gli altri impegni; da sottolineare la volontà dell’Amministrazione Comunale di giungere alla realizzazione del marciapiede lungo la v. Piave.
L’esame dei documenti previsionali del Bilancio del nostro Comune ci ha permesso di evidenziare una serie di aspetti che riteniamo problematici, sui quali non ci troviamo in accordo e su cui avanzare osservazioni e proposte. Alcune di queste proposte, peraltro, sono già state oggetto in passato di lettere, Ordini del giorno e altro che non sono stati accolti in seno al Consiglio comunale e dall’Amm.ne.
Si dà atto evidentemente del notevole lavoro di redazione dei documenti di bilancio e delle innovazioni operative portate nell’ambito del Servizio Finanziario; esse, oggetto di comunicazione del Dirigente in seno all’ultima Commissione Bilancio, denotano una capacità ed uno sforzo importanti. Ci sembra giusto ribadire il nostro convincimento secondo cui l’intero insieme dei dipendenti comunali rappresenta la prima e più importante risorsa di questa come delle altre pubbliche Amministrazioni. Il Comune è fatto quotidianamente da chi è chiamato ad amministrare e da chi espleta il proprio lavoro in tutti i vari settori.
Ugualmente non si può non prendere atto dell’esistenza di una serie di norme e di vincoli che, unitamente alle scelte dell’Amministrazione centrale dello Stato, determinano incertezze, difficoltà di interpretazione, paradossi con cui anche Amministrazioni attente rischiano di cadere in situazioni di difficoltà. Crediamo che un esempio significativo sia rappresentato dalle norme sul Patto di stabilità e dai vincoli che ne derivano.
Anche per il nuovo Bilancio comunque si riscontra una carenza o assenza di confronto nel processo che porta alle scelte e alla redazione del documento di programmazione finanziaria; si riterrebbe invece indispensabile avviare nei tempi utili un tale processo che porti l’Amm.ne cittadina a conoscere meglio le priorità della comunità e avvierebbe un percorso di partecipazione attiva. Diversamente il rischio concreto, a nostro avviso, è quello di acuire la separazione tra la cittadinanza con le sue espressioni e chi amministra.
Prima di passare a evidenziare sinteticamente alcuni nodi problematici si ritiene necessario rilevare:
1.Il persistere di una visione incentrata fortemente sulla mobilità veicolare privata da cui discendono interventi e investimenti onerosi che assorbono fondi altrimenti destinabili; pensiamo alla realizzazione di parcheggi, alla necessità di manutenzione di strade, segnaletica etc. Non rileviamo un neppure graduale spostamento di attenzione dall’automobile a forme di trasporto cittadino alternative quali piccoli bus, incentivi e interventi agevolanti l’uso di biciclette, adeguamenti in favore dei tanti pedoni. Prendiamo atto di alcune intenzioni (es. messa in sicurezza di uno / due attraversamenti pedonali, sistemazione marciapiede di Via Piave…) ma ciò se da un lato sembra offrire segnali positivi, dall’altro appare del tutto insufficiente e non organico. Sottolineiamo come la normativa imponga, tra l’altro, la destinazione di una parte delle entrate derivanti dalle contravvenzioni al Codice della strada, a interventi in favore della ciclabilità.
2.Non viene accolta la necessità di avviare una programmazione pluriennale che abbia come obiettivo qualificante lo sbarrieramento della città, inteso come insieme organico di progetti e interventi atti a rendere fruibile ogni spazio pubblico, strade, piazze, edifici etc. Questo, forse più di altre iniziative, concorrerebbe a fare di Domodossola cittadina rinomata ed esemplare.
3.Applicazione dal 2009 dell’Add.le IRPEF allo 0,4% a causa di: necessità finanziarie del Comune e riduzione dei trasferimenti statali. Già lo scorso anno avevamo criticato questo aumento fiscale, oggi non si può non rimarcarlo anche a fronte invece di scelte centrali che puntano sulle c.d. grandi opere a cui andrebbe anteposta una campagna di piccole – medie opere da realizzarsi a livello locale in grado di dare spinta all’occupazione e investimenti.
Al riguardo citiamo un recentissimo documento – proposta elaborato da CGIL e Legambiente che individua la possibilità di attivare investimenti in quattro aree :
Risparmio ed efficienza energetica
Edilizia – diffusa riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, recupero di edifici ad uso abitativo e/o sociale
Trasporti – con interventi in favore dei milioni di pendolari e sul sistema ferroviario locale e regionale
Sicurezza ambientale – con interventi su quel 70% di Comuni italiani che patiscono situazioni di dissesto idrogeologico, bonifica di aree industriali degradate
Le Amministrazioni locali possono divenire il volano per un processo di uscita dalla crisi economico-finanziaria gravissima che stiamo sopportando; con proposte, progetti, programmi per interventi a tutela dell’esistente, di manutenzione e cura del territorio.
Giudichiamo criticamente alcuni punti del Bilancio proposto:
1.Gli interventi per la scuola Media domese ( due sedi) sono posticipati al 2010 con promessa di 1 milione di €. Ma la situazione è critica ora! Viene da tempo segnalata, è stata anche oggetto, seppure per un breve periodo, della discussione al “tavolo della Scuola” promosso congiuntamente da tutte le forze presenti in C.C. ma poi, sospeso. E, inoltre, quali sono le ipotesi e le prospettive al vaglio dell’Amm.ne?
2.Pesante incidenza sul Bilancio da parte del settore LL.PP. e del progetto Borgo della cultura; da un lato si comprende la natura di alcuni progetti di recupero - rivalorizzazione e il fatto che tali interventi possano rappresentare un contributo all’economia e al lavoro, dall’altro si sottolinea come le scelte portate avanti tendano a privilegiare il centro storico a discapito del resto della città. Che conclusioni possono trarne gli abitanti di questi quartieri più periferici? Necessita pensare all’insieme cittadino e urbano.
3.Polizia Urbana: a fronte di una dichiarata carenza di dotazione organica si avanzano ipotesi di servizi serali etc. Con che risorse? Il ricorso allo straordinario non può certo essere la norma. La relazione che accompagna appare comunque assai sintetica e, a nostro avviso, poco adeguata. Non si fa cenno alcuno ad un ruolo maggiormente promozionale della PU in termini di educazione civica, stradale, prevenzione etc. Ribadiamo il concetto secondo il quale, a nostro parere, i funzionari addetti alla Polizia locale rappresentano un primo e visibile segno di presenza dell’Amm.ne sul territorio; da ciò deriva la necessità di una seria riflessione su questo settore.
4.Adeguamento risorse per area del sociale; bene! Ma non rileviamo l’assunzione di un ruolo nuovo e trainante del nostro Comune capofila in quella che è la politica del CISS. Domodossola può e deve svolgere un ruolo più attivo, propositivo e trainante. Aanche per quanto attiene gli adeguamenti delle quote pro-capite che ogni Comune versa al Consorzio; da quanti anni non abbiamo un adeguamento neppure minimo!? E inoltre, ben consapevoli dell’importanza della buona gestione e conduzione delle Residenze assistenziali per anziani non troviamo cenni alle politiche di incentivazione di forme assistenziali alternative quali l’Assistenza domiciliare che tiene a casa la persona e costa meno.
5.L’introduzione nel Bilancio del capitolo “politiche ambientali” con prime ipotesi di interventi ( solo 10.000,00 € però il finanziamento…) appare condivisibile ma, appunto, da implementare fortemente. Si tratta di un ambito di problemi che ormai risulta cruciale e improcrastinabile. Ugualmente però può rappresentare, come già sopra accennato, uno dei terreni più fertile per un rilancio in termini di lavoro, progresso sociale, sviluppo ecologicamente rispettoso. Diversamente l’aderire alle campagne tipo “mi illumino di meno”, certamente lodevoli, rischia di restare uno spot pubblicitario.
Altre proposte
Almeno 30.000,00 € per l’avvio di politiche ambientali ( da recuperare nei fondi di avanzo d’amministrazione tralasciando, per adesso, il discorso, tutto da fare se ben abbiamo compreso, della carta d’identità elettronica ad es.)
Programmazione messa in sicurezza marciapiedi dove assenti o dissestati (vedi a titolo esemplifcativo il pericoloso sottopasso in fondo a Via Bonomelli)
Programmazione limitazione veicolare privata in città (per zone e/o giorni – tipo al saabato matina con il mercato per Via Marconi, Corso Ferraris e viciniori) e contestuale avvio studio di politiche orientate al trasporto bus dall’esterno città
Definizione interventi riduzione consumi energetici sedi pubbliche (energia elettrica, riscaldamento…) con norme interne chiare e da osservare
Interventi manutentivi urgenti Scuola media in attesa di definire un progetto più completo ( perdite acqua dal tetto, muri scrostati, pavimenti da sistemare, servizi igienici, tinteggiature parziali)
Avvio concertato con il Comando, gli addetti, le OO.SS.. e l’Amm.ne di una rivalutazione del ruolo e degli interventi della Polizia Urbana
Avvio processi di confronto più coinvolgenti con Consulte di quartiere, Associazioni, OO.SS., etc. per costruzione bilanci e definizione linee e scelte programmatiche
Destinazione alle Congregazioni religiose di contributi legati agli oneri di urbanizzazione secondaria; si chiede di non proseguire nella direzione finora adottata ma di recuperare tali somme (€ 10.000,00) per altri scopi. Ciò, stante la non obbligatorietà di questi finanziamenti e il permanere, peraltro, di sostanziose interventi derivanti dalla destinazione dell’8 x mille del gettito fiscale alle Chiese.
Una notazione a parte facciamo per la questione del Canile consortile:
Nemmeno una voce in bilancio, ma un generico breve cenno tra gli “avanzi di amministrazione” (186.000 €)*, peraltro, da ripartire tra “carta di identità elettronica su tutti”, “una quota per l’informatizzazione degli uffici”, “altri impegni” ed il “marciapiede di via Piave”… praticamente, oltre al cenno il nulla, pur trattandosi di un obbligo di legge, categorico, poiché fissato entro due precetti giuridici:
determinatezza (stabilisce cosa devi fare);
tassatività (stabilisce entro quando):
Il canile è un presidio sanitario ed è solo uno tra gli strumenti da mettere in campo per la prevenzione del randagismo che a sua volta è solo uno dei fini previsti dalla L 281/91 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo).
La Legge “quadro” 281/91 all’art. 4 recita: “I comuni provvedono, altresì, al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani…”
Trattandosi di normativa sanitaria l’applicazione di questa Legge compete alle Regioni ed il Piemonte vi provvide con la LR 34/93 che all’art. 7 ribadisce la competenza in capo all’ente locale: “I Comuni, singoli o associati, istituiscono e mantengono in esercizio un servizio pubblico di cattura ed un apposito canile”. Poi nel fissare più in dettaglio i criteri costruttivi ed operativi fa seguire un Regolamento d’attuazione (DPGR 4359 dell’11 novembre 1993) che all’art. 5, comma 11, fissa i termini di realizzazione delle strutture “entro diciotto mesi dall’entrata in vigore del Regolamento”.
Il Regolamento è stato pubblicato nel BUR del 24 novembre 1993, quindi, i termini sono scaduti dal maggio 1995, ossia da ben 14 anni!
L’assenza cronica di una previsione programmatica a fronte di:
a) un obbligo ad adempiere;
b) solleciti inoltrati da più parti nel coso degli anni;
c) 200 milioni erogati dalla CMVO attorno al ‘95-’96 e finiti chissà dove,
lasciano esposto il sindaco in carica e quelli che l’anno preceduto dal ’93 (forse anche i dirigenti competenti per materia), alla possibile accusa di condotta omissiva.
* Relazione Previsionale Programmatica 2009-2011
Sez. III – Programmi e Progetti
Pag. 42 - (Ultimo paragrafo)
Per quanto riguarda l’applicazione del prossimo avanzo di amministrazione (186.000 euro) si ipotizzano alcuni impegni: su tutti il finanziamento della partita “carta di identità elettronica” (si attendono indicazioni sulla questione da parte dello Stato), l’eventuale quota a favore della realizzazione del nuovo canile consortile (è in corso il confronto con i Comuni ossolani in merito) ed una ulteriore quota per l’informatizzazione degli uffici (probabile avvio della scansione degli atti): la concertazione con le forze politiche in presenti in Consiglio Comunale ci porterà ad individuare gli altri impegni; da sottolineare la volontà dell’Amministrazione Comunale di giungere alla realizzazione del marciapiede lungo la v. Piave.
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OdG "Emolumenti invalidità civile"
Domodossola lì 16 giugno 2008
Oggetto: Ordine del giorno sugli emolumenti per persone con Invalidità Civile.
Al Presidente del Consiglio comunale di Domodossola
Si chiede di inserire il presente documento nell’Ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale.
Premesso che:
1.la questione inerente gli Invalidi Civili è sovente tema di interventi giornalistici, politici e sociali che, ancora recentemente, evidenziano il fenomeno dei cosiddetti “falsi invalidi” che comporterebbe un esborso economico improprio per le casse dello Stato;
2.certamente abbiamo assistito a fenomeni di abuso e cattiva gestione nei riconoscimenti di Invalidità Civile e nei conseguenti riconoscimenti di assegni e pensioni;
3.tale fenomeno va a discapito di quei tanti cittadini che purtroppo vivono una reale, pesante e insindacabile condizione di menomazione e deficit e che pertanto esso va combattuto applicando con rigore e vigilanza le normative vigenti e le procedure che valgono in ogni regione italiana;
4.non si può accettare che la delicata tematica sia trattata e utilizzata con finalità strumentali e colpisca indiscriminatamente tutte e tutti;
Evidenziando che:
1.i trattamenti economici riservati ai cittadini riconosciuti Invalidi Civili non garantiscono dignitosi livelli di sussistenza e autonomia;
2.disparità e sprechi esistono ma non sono certamente tutti imputabili agli invalidi;
3.il costo della vita ha un andamento costantemente crescente;
4.gli emolumenti economici agli Invalidi Civili non sono un “obolo” ma un diritto legato al riconoscimento di situazioni di svantaggio psico-fisico e sociale;
Invitando a:
1.esaminare, prendere atto e sostenere le argomentazioni pubblicamente fornite e sottoscritte dal Sig. Roberto Tarditi ( Presidente dell’Ass.ne) sul n° 158 – aprile/giugno 2007 - della rivista (si veda allegato documento quale parte integrante al presente ODG);
Si propone al Consiglio Comunale
di accogliere e votare il presente OdG richiedendo un formale e preciso impegno del Sindaco e dell’Amministrazione tutta affinché si adoperino con ogni strumento presso le Sedi istituzionali opportune evidenziando i problemi posti, la necessità di un corretto rigore che non colpisca i diritti dei cittadini più deboli e una seria e dignitosa rivalutazione con aumento degli emolumenti economici in favore di Invalidi Civili, Ciechi e Sordomuti.
Si propone infine che l’Amministrazione domese si faccia parte attiva nell’informare e sensibilizzare altri Comuni ed Enti del territorio affinché valutino di adottare analoghe iniziative.
Oggetto: Ordine del giorno sugli emolumenti per persone con Invalidità Civile.
Al Presidente del Consiglio comunale di Domodossola
Si chiede di inserire il presente documento nell’Ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale.
Premesso che:
1.la questione inerente gli Invalidi Civili è sovente tema di interventi giornalistici, politici e sociali che, ancora recentemente, evidenziano il fenomeno dei cosiddetti “falsi invalidi” che comporterebbe un esborso economico improprio per le casse dello Stato;
2.certamente abbiamo assistito a fenomeni di abuso e cattiva gestione nei riconoscimenti di Invalidità Civile e nei conseguenti riconoscimenti di assegni e pensioni;
3.tale fenomeno va a discapito di quei tanti cittadini che purtroppo vivono una reale, pesante e insindacabile condizione di menomazione e deficit e che pertanto esso va combattuto applicando con rigore e vigilanza le normative vigenti e le procedure che valgono in ogni regione italiana;
4.non si può accettare che la delicata tematica sia trattata e utilizzata con finalità strumentali e colpisca indiscriminatamente tutte e tutti;
Evidenziando che:
1.i trattamenti economici riservati ai cittadini riconosciuti Invalidi Civili non garantiscono dignitosi livelli di sussistenza e autonomia;
2.disparità e sprechi esistono ma non sono certamente tutti imputabili agli invalidi;
3.il costo della vita ha un andamento costantemente crescente;
4.gli emolumenti economici agli Invalidi Civili non sono un “obolo” ma un diritto legato al riconoscimento di situazioni di svantaggio psico-fisico e sociale;
Invitando a:
1.esaminare, prendere atto e sostenere le argomentazioni pubblicamente fornite e sottoscritte dal Sig. Roberto Tarditi ( Presidente dell’Ass.ne
Si propone al Consiglio Comunale
di accogliere e votare il presente OdG richiedendo un formale e preciso impegno del Sindaco e dell’Amministrazione tutta affinché si adoperino con ogni strumento presso le Sedi istituzionali opportune evidenziando i problemi posti, la necessità di un corretto rigore che non colpisca i diritti dei cittadini più deboli e una seria e dignitosa rivalutazione con aumento degli emolumenti economici in favore di Invalidi Civili, Ciechi e Sordomuti.
Si propone infine che l’Amministrazione domese si faccia parte attiva nell’informare e sensibilizzare altri Comuni ed Enti del territorio affinché valutino di adottare analoghe iniziative.
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