venerdì 11 giugno 2010

Le vergognose misure governative contro gli invalidi civili

Potremmo utilizzare le parole scritte con una "educata rabbia" da Franco Bomprezzi sul Blog della rivista Vita:

"...Mi fermo qui perché la mia indignazione è a livelli altissimi, e il mio scoraggiamento si muove in proporzione. Ormai è tutto chiaro: il pregiudizio culturale di un economista del tutto ignorante sul tema dell'invalidità e delle leggi vigenti sta smantellando una delle poche zone condivise di tutela delle fasce deboli della popolazione. E lo fa nel silenzio assordante dei media. E lo fa anzi con il consenso dei giornalisti economici altrettanto ignoranti e conniventi.
E tutto questo avviene in un Paese civile che ha da poco approvato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità..."
Riteniamo che questa sia la famosa "goccia che fa traboccare il vaso" e che sia venuto il momento per le forze politiche e le Associazioni di rivendicare il proprio ruolo di tutela dei diritti e difesa della dignità delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Non è solamente una questione di destra o sinistra, è una questione di serietà, competenza e conoscenza di quello che significa essere una persona con disabilità e di cosa significa vivere con essa nel contesto sociale del nostro Paese.
E in nome di questo ruolo crediamo che sia giunto il momento di dire BASTA!!!
Basta alla vergognosa e ipocrita campagna di disinformazione sui falsi invalidi orchestrata ad arte per preparare il terreno alla manovra finanziaria. Manovra che ancora una volta colpisce unicamente i lavoratori e le fasce più deboli della popolazione e non intacca la vergogna dell’evasione fiscale mostruosa che rappresenta il cancro del nostro Paese insieme alla rendita parassitaria della grande Finanza, prima responsabile della crisi mondiale che ci attanaglia.
Basta alle mancate e finte promesse (dove è finito l'Osservatorio Nazionale della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità? dove sono finiti i LEA e i LIVEAS, strumenti necessari per poter definire un quadro di diritti esigibili e un ambito di riferimento strutturale dove eventualmente operare scelte di riequilibrio della spesa socio assistenziale? dove è finita la riforma per l'accertamento dell'invalidità civile, dalle Associazioni più volte invocata?).
Quando in Italia si comincerà a considerare la spesa sociale non come un costo ma come un investimento che porta non solo una maggior qualità della vita complessivo delle nostre comunità.
Le misure contenute in questa manovra finanziaria (l'aumento all'85% per avere per potersi vedere riconosciuto l'assegno mensile di assistenza) non servono a combattere i "falsi invalidi" ma penalizzano tutte quelle persone con disabilità intellettiva o cognitiva che non hanno una disabilità così grave da poter avere il 100% di invalidità ma hanno una disabilità sufficientemente grave de essere esclusi dal mondo del lavoro. Ad esse vengono negati anche i 265 Euro mensili dell’Assegno di Invalidità civile!
Oltretutto in questo modo si privano molti cittadini inabili al lavoro di ogni risorsa economica. Il risultato sarà che essi si dovranno rivolgere ai Servizi sociali dei Comuni con le conseguenze che possiamo immaginare sui Bilanci dei medesimi.
L'unica risposta che possiamo liberamente ed onestamente dare è: V E R G O G N A!!!

martedì 1 giugno 2010

PRESIDIO PACIFISTA

OGGI, MARTEDI' 1° GIUGNO, ALLE ORE 17.30
IN PIAZZA RANZONI A INTRA
su iniziativa della CGIL 
PRESIDIO PACIFISTA 
CONTRO L'ATTACCO ARMATO DELLA MARINA ISRAELIANA ALLA FLOTTIGLIA PACIFISTA diretta a Gaza, per portare aiuti alla popolazione di quel territorio, ormai assediata da mesi e mesi.

INTERVENIAMO NUMEROSI

lunedì 10 maggio 2010

Il Comitato Acqua Pubblica VCO chiedo a tutti gli ossolani interessati di segnalare la propria disponibilità per essere presenti ai banchetti per la raccolta firme nelle seguenti date (per cui è stata già richiesta l'autorizzazione all'occupazione di spazi pubblici):

- domenica 16 maggio, dalle 9 alle 13 circa, in piazza Mercato;

- da lunedì 17 maggio a venerdì 21 maggio, dalle 16 alle 19, sotto i portici del teatro Galletti.

C'è bisogno dell'aiuto di tutti!

Referendum Acqua: prossimi banchetti /2

RACCOLTA FIRME PER I REFERENDUM A VIGANELLA
lunedì 10 maggio, dalle ore 20:30 presso la sala consigliare del Comune
in occasione dell'incontro pubblico organizzato dal Gruppo di Acquisto Solidale



RACCOLTA FIRME PER I REFERENDUM A DOMODOSSOLA
mercoledì 12 maggio, dalle 20 alle 24 al teatro Galletti
in occasione e in concomitanza con un'iniziativa pubblica del CISS, legata al mondo della disabilità.

mercoledì 28 aprile 2010

Referendum Acqua: 100 mila firme in 48 ore

Iniziata sabato in tutta Italia, la raccolta delle firme per il referendum contro la privatizzazione dell’acqua, ”dopo 48 ore ha gia’ raggiunto quota 100.000 firme. Una partenza straordinaria”. A riferirlo il Comitato promotore che descrive ”una mobilitazione impressionante con lunghe file ai banchetti di tutte le citta’ e dei paesi”.


”Una folla consapevole e determinata – si legge in una nota – che in alcuni casi ha fatto anche diversi chilometri per trovare il banchetto piu’ vicino a casa (l’elenco completo e’ su www.acquabenecomune.org)”.

Il comitato promotore snocciola i dati di regioni e citta’: oltre 12mila firme raccolte in un solo giorno in Puglia, 10mila a Roma, 4mila firme a Torino citta’, 3.500 a Bologna e 2.500 a Milano.

”Dati impressionanti” dalle piccole citta’: 4.200 firme a Savona e provincia, 2mila firme a Latina e Modena, oltre 1.500 ad Arezzo e Reggio Emilia. ”Dati sorprendenti” sui paesi: 1.300 firme ad Altamura, 850 a Lamezia Terme.

”Molti sindaci e amministratori – riferisce ancora il Comitato promotore – hanno firmato in piazza, tra cui i sindaci di Ravenna ed Arezzo (entrambi Pd). In Molise Monsignor Giancarlo Bregantini (Arcivescovo metropolita di Campobasso) ha firmato in rappresentanza dei 4 vescovi delle Diocesi della Provincia”. Il comitato ”esprime tutta la sua soddisfazione per il successo delle iniziative. Siamo di fronte ad un vero e proprio risveglio civile, un risveglio che parte da associazioni e da cittadini liberi, un risveglio che parte dall’acqua”.

Avanti tutta!

Sito campagna referendaria “L’acqua non si vende”

giovedì 22 aprile 2010

Quando il razzismo diventa legge

di Alba Sasso (21 aprile 2010)
Comunque la vogliamo mettere questa uscita della Gelmini sulle graduatorie regionali per gli insegnanti della scuola statale sa di obbedienza alla Lega. Che da sempre se la prende con gli insegnanti meridionali rei di affollare le graduatorie, di non conoscere i dialetti locali e soprattutto, detto e non detto, di essere un po’ fannulloni. Ma questa volta il razzismo della Lega, che intercetta come sempre , i peggiori umori della gente diventa progetto di legge, presentato alla Camera dei deputati, a poche ore dal successo elettorale.
E si badi bene alla Camera c’è già un disegno di legge della maggioranza che affronta gli stessi temi: reclutamento degli insegnanti, valutazione e così via. Aziendalismo da una parte (il disegno di legge Aprea secondo il quale il preside manager si sceglie i suoi insegnanti), impaurito localismo, respingimento dell’insegnante non autoctono dall’altra. Non c’è da stare allegri. Perché per una via o per l’altra il programma di smantellamento della scuola della repubblica va avanti.
In più la Lega, sostenuta da Gelmini, ci aggiunge il carico da novanta dell’egoismo territoriale. Infatti, secondo il disegno di legge, le graduatorie, che da provinciali diventano regionali, sono aperte solo ai nativi e ai residenti, e i docenti diventano dipendenti delle regioni e non più dello Stato. Tutto questo è anticostituzionale. Neanche l’attuazione delle modifiche al titolo quinto della Costituzione comporta il passaggio degli insegnanti alla dipendenza delle regioni e per di più non c’è principio costituzionale che impedisca ad alcuno di andare a cercare lavoro fuori regione, mentre d’altra parte direttive europee ribadiscono in più occasioni.....
.... Leggi il resto dell'articolo direttamente sul sito di SEL.

mercoledì 14 aprile 2010

Acqua pubblica: inizia la raccolta delle firme per i Referendum

Mercoledì 31 marzo 2010 sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i 3 Referendum che chiedono l’abrogazione della legge Ronchi approvata dall’attuale governo e delle norme approvate da altri governi in passato (compresi quelli di centrosinistra) che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce. Tra i costituzionalisti che hanno redatto i quesiti referendari: Stefano Rodotà, Gianni Ferrara e Alberto Lucarelli.

La raccolta delle 500 mila firme necessarie per l’ammissione dei referendum inizierà nel fine settimana del 24-25 aprile, una data simbolo per quella che il Forum dei Movimenti per l’Acqua intende come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto.

IO STO CON EMERGENCY

IO STO CON EMERGENCY


Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale sono arrivati al Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani. Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.



Per firmare l'appello fai click qui

giovedì 1 aprile 2010

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/04/01/visualizza_new.html_1758818631.html

che dire?...c'è da attivarsi, no?

martedì 23 febbraio 2010

SE IO FOSSI...

Se io fossi della Lega Nord griderei: GIU’ LE MANI DALLE NOSTRE TASCHE!
Se io fossi del PDL urlerei: MENO TASSE PER TUTTI!
Se io fossi della Lega Nord denuncerei: COMUNE LADRONE!
Se io fossi del PDL mi indignerei: BASTA COI CARROZZONI!

Per fortuna (purtroppo) non sono né della Lega né del PDL e mi limito a far notare che è facile fare propaganda dicendo che si vogliono TAGLIARE LE TASSE, ma poi gli amministratori locali devono fare i conti con BILANCI SEMPRE PIU”INGESSATI” e fare scelte DOLOROSE… MA NECESSARIE.
Il Sindaco Marinello e la sua maggioranza, dopo aver aumentato del 300% l’ADDIZIONALE IRPEF (portandola da 0,1% a 0,4% con un aumento medio di circa 80€ per ogni famiglia domese), ora aumenta del 25% la TARSU, senza che vi sia alcun obbligo di legge!

Se io fossi della Lega Nord griderei: E’ UNO SCANDALO L’AUMENTO DELLA TARSU!
Se io fossi del PDL mi inventerei una GESTIONE AUTONOMA DEL CICLO DEI RIFIUTI PER TENERE LE TARIFFE BASSE!

Ma per fortuna (purtroppo) non sono né della Lega né del PDL, per cui mi limito a far notare che, se è vero che l’aumento della TARSU è necessario perché nel prossimo futuro entrerà in vigore il regime della Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) con l’obbligo della COPERTURA TOTALE DEI COSTI, perché la stessa cosa non era valida per il SERVIZIO IDRICO INTEGRATO?

Mi viene il sospetto che questa volta, visto che alle leve dei comandi dell’ATO rifiuti e della Valle Ossola Spa ci sono uomini del centro-destra, non ci sarà nessuno del centro-destra a protestare: testa bassa e…pedalare!

Auguri a tutti i domesi perché possano sopportare questo ULTERIORE AUMENTO DELLE TASSE!

Massimo

sabato 6 febbraio 2010

Governo Vendola: la giunta approva la legge su acqua bene comune.

venerdì 05 febbraio 2010 10:59

Governo Vendola: la giunta approva la legge su acqua bene comune.

La Giunta Regionale pugliese ha approvato oggi il disegno di legge regionale che sancisce il principio dell’acqua bene comune dell’umanità, per cui il servizio idrico integrato deve essere necessariamente gestito da un soggetto pubblico. Lo rende noto l’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati relatore del provvedimento.

Il disegno si compone di 15 articoli che stabiliscono i termini di governo e gestione del Servizio Idrico Integrato attraverso la costituzione dell’azienda pubblica regionale “Acquedotto Pugliese – AQP”.

Specificamente si stabiliscono i principi dai quali trae ispirazione l’intero disegno di legge, ovvero che l’acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e insostituibile per la vita, non assoggettabile a leggi di mercato, il cui approvvigionamento deve essere difeso e garantito dalla Regione Puglia. Viene inoltre sancito il principio secondo cui il servizio idrico integrato è privo di rilevanza economica e deve essere sottratto da ogni regola della concorrenza.

Il disegno di legge istituisce l’azienda pubblica regionale “Acquedotto Pugliese – Aqp”, che subentra all’Acquedotto pugliese s.p.a. e sarà amministrata in forma di azienda pubblica regionale priva di scopo di lucro che potrà eventualmente gestire attività diverse dal servizio idrico integrato, attraverso la costituzione di società anche miste, purchè gli utili siano utilizzati per migliorare il servizio.

Per garantire inoltre la disponibilità e l’accesso all’acqua come diritti inviolabili dell’umanità, il disegno di legge istituisce un fondo regionale per il diritto all’acqua ed uno di solidarietà internazionale. Il primo, gestito dalla Regione Puglia con i Sindaci associati nell’ambito territoriale ottimale, mira a garantire il livello essenziale di accesso all’acqua per soddisfare i bisogni essenziali di vita di ogni Cittadino, che saranno garantiti gratuitamente e a carico della fiscalità generale; il secondo invece tende a rimuovere gli squilibri economici e sociali e a contribuire a garantire il diritto all’acqua potabile a quelle popolazioni che non hanno accesso ai servizi idrici.

Il Consiglio d’amministrazione dell’azienda regionale sarà composto dal presidente, dal vice presidente e da tre consiglieri d’amministrazione nominati dall’assemblea dei sindaci pugliesi.

“Il servizio idrico integrato gestito da un soggetto pubblico – ha commentato l’assessore Fabiano Amati – è la migliore garanzia per affermare nei fatti piuttosto che a parole che l’acqua è un bene comune dell’umanità. Se questo è vero in generale, è altrettanto necessario in Puglia: una regione che notoriamente non ha acqua e per questo la capta e adduce dalle regioni limitrofe, attraverso l’opera ingegneristica più complessa del mondo e più grande d’Europa.

L’acquedotto pugliese fu realizzato per emancipare i pugliesi dalla sete e dall’ingiustizia – ha concluso Amati – ed ancora oggi abbiamo la necessità d’affermare la pubblicità del servizio idrico integrato per non trovarci catapultati in più nuove forme di ingiustizia, che sarebbero realizzate attraverso la gestione privata del servizio, disperdendo il tanto e il buono fatto negli ultimi cinque anni da AQP.”

martedì 2 febbraio 2010

dal sito www.repubblica.it

L'indagine dell'organizzazione su 21 luoghi tra "Cie", "Cara" e "Cda".
In 5 anni è cambiato poco. L'assistenza in tutti i campi è insufficiente MSF, per gli immigrati irregolari centri in emergenza e senza diritti.
di VLADIMIRO POLCHI


MSF, per gli immigrati irregolari centri in emergenza e senza diritti
ROMA - Scarsa tutela dei diritti fondamentali. Mancanza di protocolli d'intesa col Sistema Sanitario Nazionale. Insufficiente assistenza legale, sociale, sanitaria e psicologica. Episodi di autolesionismo, risse, rivolte. Assenza di beni di prima necessità. A distanza di cinque anni, Medici Senza Frontiere (MSF) torna nei luoghi di trattenimento degli immigrati privi di permesso di soggiorno. Cosa è cambiato? Poco: "La gestione dei centri per migranti, nonostante siano stati istituti ormai da più di un decennio, sembra ancora ispirata da un approccio emergenziale e in larga parte lasciata alla discrezionalità dei singoli enti gestori".

MSF aveva già condotto nel 2003 un'indagine sui Cpt italiani. Nell'autunno del 2008 due equipe composte da dottori, infermieri, operatori sociali e mediatori culturali sono tornati in 21 centri tra CIE (Centri d'espulsione), CARA (Centri per richiedenti asilo) e CDA (Centri d'accoglienza), disseminati sul territorio nazionale (l'ingresso a Lampedusa è stato negato dalla Prefettura di Agrigento). Nella prima metà del 2009 si sono verificati, tuttavia, due eventi che hanno modificato lo scenario: l'estensione da 2 a 6 mesi del periodo massimo di trattenimento all'interno dei CIE e la brusca interruzione degli arrivi di migranti sulle coste meridionali, principale canale di approdo dei richiedenti asilo in Italia, in seguito agli accordi tra Governo italiano e libico. MSF ha quindi deciso, nell'estate del 2009, di entrare nuovamente nei centri.

I risultati? Sconfortanti. "Analizzando i dati raccolti nelle visite condotte nel 2008 e nel 2009 - si legge nel rapporto "Al di là del muro" - nonostante alcuni miglioramenti soprattutto nella qualità degli edifici, è emersa una condizione non molto dissimile da quella riscontrata nel primo rapporto del 2003. Permangono numerosi fattori di malfunzionamento ed episodi di scarsa tutela dei diritti fondamentali a prescindere dall'ente gestore". Non solo. Difetta la trasparenza, "come testimoniato dal rifiuto del ministero dell'Interno di rendere disponibili a MSF le convenzioni stipulate tra i singoli enti gestori e le locali Prefetture (la Prefettura di Crotone è l'unica ad aver reso disponibile una copia della convenzione sottoscritta con l'ente gestore del centro)". Insomma, "i centri per immigrati sembrano operare come enclave con regole, relazioni e dimensioni di vita propri, senza controlli esterni e di indicatori di qualità".


Le condizioni peggiori sarebbero nei CIE. Ci si trova dentro di tutto: dagli ex detenuti agli stranieri con anni di soggiorno alle spalle, figli e famiglia in Italia. "Il 50% degli intervistati era in Italia da più di 5 anni, di cui molti anche da più di 10 anni. Nel complesso, il tempo medio di permanenza in Italia dei trattenuti intervistati è di 7 anni e 4 mesi". Una promiscuità che può essere alle origini dell'elevato livello di tensione e malessere all'interno dai centri. "Ne sono la riprova le testimonianze dei trattenuti e le numerose lesioni che si procurano, il frequente ricorso che fanno alle strutture sanitarie e ai sedativi, i numerosi segni di rivolte, incendi dolosi e vandalismi e le notizie di cronaca di suicidi, tentati suicidi e continue sommosse. Una tensione che non appare semplicemente legata alla condizione di detenzione ai fini del rimpatrio, ma anche al senso di ingiustizia vissuto dai trattenuti nel subire una limitazione della libertà personale pur non avendo commesso reati, e di essere detenuti in luoghi, inoltre, incapaci per loro natura di trattare adeguatamente bisogni fondamentali come salute, orientamento legale, assistenza sociale e psicologica".

Inoltre, in base all'osservazione condotta, "i trattenuti rimpatriati rappresentano solo il 45% del totale".

"Mancano nei CIE, come a esempio in quello di Torino, i mediatori culturali senza i quali si crea spesso incomunicabilità tra il medico e il paziente. Sconcerta l'assenza delle autorità sanitarie locali e nazionali - dichiara Alessandra Tramontano, coordinatrice medica di MSF in Italia - e i CIE di Trapani e Lamezia Terme andrebbero chiusi subito perché totalmente inadeguati a trattenere persone in termini di vivibilità. Ma anche in altri CIE abbiamo riscontrato problemi gravi: a Roma mancavano persino beni di prima necessità come coperte, vestiti, carta igienica, o impianti di riscaldamento consoni".

"Nei CARA abbiamo rilevato servizi di accoglienza inadeguati. Il caso dei centri di Foggia e Crotone ne è un esempio: 12 persone costrette a vivere in container fatiscenti di 25 o 30 metri quadrati, distanti diverse centinaia di metri dai servizi e dalle altre strutture del centro. Negli stessi centri - conclude Tramontano - l'assenza di una mensa obbligava centinaia di persone a consumare i pasti giornalieri sui letti o a terra".

giovedì 28 gennaio 2010

servizio idrico: pubblico o privato?

LETTERA APERTA AGLI AMMINISTRATORI DI DOMODOSSOLA

Durante l’ultima seduta del consiglio comunale domese (mi spiace che nessun giornalista presente abbia riportato la notizia), sollecitati dall’ordine del giorno del PD sulla questione della privatizzazione della gestione dell’acqua, alcuni esponenti della maggioranza hanno dichiarato di condividere il fatto che l’accesso all’acqua potabile debba essere un diritto di tutti, ecc. ecc. Passando dal livello dei principi a quello delle pratiche, però, sono cominciati i DISTINGUO: “La gestione pubblica non deve essere un dogma”, “non è vero che la gestione pubblica è la migliore scelta”, hanno affermato alcuni (Marinello, Pizzi, Glionna, ecc.).

Alla fine, però, l’ordine del giorno è passato, con l’ASTENSIONE di tutta la maggioranza, motivata dal fatto che l’ordine del giorno rivendicava la gestione pubblica per tutto il VCO, mentre la maggioranza voleva limitarsi… alla sola Ossola (leggi il territorio di possibile futura competenza di Idrablu)!

Capisco la difficoltà da parte degli esponenti della maggioranza di essere iscritti a partiti (PDL e Lega Nord) che in Parlamento hanno dovuto eseguire gli ordini della LOBBY DEI PRIVATIZZATORI, peraltro senza neanche avere la possibilità di porre dei correttivi, visto che il governo ha imposto il voto di fiducia. Tenere il piede in due scarpe è sempre difficile…

Sulla legge appena approvata E’ DOVEROSO precisare che essa OBBLIGA le società a vendere, in parte o in toto, le proprie azioni ai privati.

E’ FALSO far credere che gli enti locali abbiano ancora la possibilità di SCEGLIERE il tipo di gestione che si vuole. NON ESISTE PIU’ ALCUNA FACOLTA’ DI SCELTA!

Dove sono tutti quelli che un giorno si e l’altro pure parlano di “principio di sussidiarietà”, di “federalismo”, di “autonomia degli enti locali”?

Che magra consolazione sarebbe quella di poter aggirare l’ostacolo ricorrendo a un meccanismo di deroga, peraltro limitato alla sola Ossola, dimenticandosi di tutti gli altri territori…

Chi parla di DOGMA, perché non dice che dalla parte dei privatizzatori si afferma il DOGMA DEL MERCATO?

Sono anni che si continua a privatizzare, smantellando pezzi di “cose pubbliche”, faticosamente costruite dai nostri padri nei decenni scorsi, col risultato di essere giunti a un sistema di PROFITTI PRIVATI GARANTITI PER LEGGE (vedi autostrade, energia elettrica, telecomunicazioni e anche, ahimè, i servizi idrici già privatizzati in alcune parti d’Italia). Il miglioramento dei servizi e la diminuzione dei costi si sono rivelati un MIRAGGIO, utile solo a infinocchiare noi cittadini!

Basta con l’accampare l’alibi di alcune cattive gestioni pubbliche. Vogliamo parlare dei tanti casi di gestione privata disastrosa? E dei sempre più numerosi casi di RITORNO AL PUBBLICO (es. Parigi, Grenoble, Monaco, ecc.)?

Sono il primo a concordare sui tanti problemi e criticità delle gestioni pubbliche e proprio per questo faccio di tutto perché le cose cambino, facendo leva sulle responsabilità dei dirigenti pubblici e chiedendo l’applicazione delle leggi vigenti.

C’è chi, invece, come Marinello, affermano che la scelta del privato è necessaria laddove le gestioni pubbliche sono disastrose (fatta - ovviamente - salva Idrablu!). Ma se dovessimo seguire questa logica, oggi dovremmo mettere sul mercato diversi settori: l’istruzione, la sanità, la difesa, ecc. In realtà qualcuno ci sta provando da tempo, senza esserci riuscito… per il momento!

Mostrateci il vostro coraggio e la vostra autonomia di pensiero: siate pronti ad andare fino in fondo contro la privatizzazione della gestione dell’acqua o, per lo meno, di volere VERAMENTE garantire a tutti gli enti locali la LIBERTA’ DI SCEGLIERE la migliore forma di gestione del servizio idrico!

Opponetevi all’applicazione delle misure del cosiddetto “decreto Ronchi”, come fanno molti dei vostri colleghi in altre parti d’Italia, aderendo alla campagna “Salva l’acqua” promossa dal Forum dei Movimenti per l’Acqua (www.acquabenecomune.org).

Massimo di Bari

(Sinistra Ecologia e Libertà)